I diciotto dell'IIS "Adolfo Venturi" di Modena ovvero le studentesse e gli studenti della classe 5aP che oggi sono venuti a farci visita per ascoltare la ricostruzione dell'attentato alla Stazione di Bologna e la testimonianza di chi quel giorno era là.
Diciotto ragazze e ragazzi che hanno scelto "Servizi Culturali e dello Spettacolo", un indirizzo di studio che li introdurrà nel campo dello spettacolo ma più precisamente nello studio e nella realizzazione degli Audiovisivi e della comunicazione visiva.
E, partendo da lì per poi spostarsi all'interno della sala d'aspetto, gli studenti del Venturi hanno potuto ascoltare Rossella Ropa, una delle nostre docenti che insegna loro la storia di ciò che accadde a Bologna, in Italia, in quel periodo che ha lasciato segni indelebili nella seconda metà del secolo scorso, quegli anni da noi conosciuti come gli anni del terrorismo ma che furono anche gli anni di grandi lotte, grande partecipazione e forti richieste di cambiamenti e aperture di più ampi spazi di democrazia in questo nostro paese.
Dalle parole di Rossella i nostri giovani visitatori hanno potuto ascoltare la ricostruzione di quanto avvenne quel sabato di quarantaquattro anni fa, un progetto portato all'assurdo da uomini e donne che pensavano ad un ritorno indietro nel tempo, alla rivitalizzazione di una idea di società neofascista, per realizzare la quale le bombe ed il terrore, le uccisioni ed il disordine divennero gli strumenti da utilizzare ed in tutto questo l'aiuto, le coperture, le protezioni che questi terroristi ebbero da importanti organi dello Stato, da personaggi influenti nella politica, nella finanza, nei servizi. Molto bene Rossella ha spiegato questo così come è stata efficace la sua illustrazione delle sofferenze subite da famiglie intere rivissute nel racconto di alcune storie delle vittime accanto a quella lunga lista di nomi che ricorda le 85 vittime della strage.
E quando siamo stati in Comune, nella sala dove li incontriamo per far ascoltare loro le nostre testimonianze, ancora una volta l'attenzione, la partecipazione anche emotiva, il silenzio hanno accompagnato il mio racconto di persona che quel giorno c'era, insieme a tanta altra cittadinanza che rispose a quella strage portando aiuto, solidarietà, conforto e risposta. Anche alla guida di un autobus, il "37", che quel giorno seppe diventare l'ultimo legame tra la vita di una città ed il diritto ad una dignitosa ricomposizione di quei corpi straziati dalla violenza fascista.
Hanno seguito ogni parola, ascoltato ogni momento della ricostruzione di quella tragica giornata ed hanno percepito l'idea della giustezza di questi incontri, contatti che non vanno persi ma valorizzati. Da noi e da loro ed oggi questi ragazzi del Venturi hanno gli strumenti culturali e didattici per aiutarci a farlo. E' il contributo che chiediamo loro, è la continuazione di un progetto di sensibilizzazione e mantenimento della memoria che solo con la loro partecipazione può e deve continuare. Per questo li ringraziamo.