Visualizzazioni totali

giovedì 12 dicembre 2024

I DICIOTTO DEL VENTURI

   I diciotto dell'IIS "Adolfo Venturi" di Modena ovvero le studentesse e gli studenti della classe 5aP che oggi sono venuti a farci visita per ascoltare la ricostruzione dell'attentato alla Stazione di Bologna e la testimonianza di chi quel giorno era là.

    Diciotto ragazze e ragazzi che hanno scelto "Servizi Culturali e dello Spettacolo", un indirizzo di studio che li introdurrà  nel campo dello spettacolo ma più precisamente nello studio e nella realizzazione degli Audiovisivi e della comunicazione visiva.

                                                                                 
   Oggi, ad accompagnarli, c'erano Francesca e Valeria, le loro professoresse insieme ad un altro loro collega ed il nostro incontro, come sempre avviene, ha avuto inizio davanti a quel muro dipinto di giallo, a quella breccia che ricorda la violenza subita da una città, accanto a quella targa dell'Unesco che ricorda l'invito rivolto ai giovani affinchè quanto accadde a Bologna il 2 agosto 1980 sia di monito e li aiuti a costruire e crescere in un mondo più giusto, a pochi passi da quel binario numero uno che fu testimone dell'orrore e del dolore di tante persone.

   E, partendo da lì per poi spostarsi all'interno della sala d'aspetto, gli studenti del Venturi hanno potuto ascoltare Rossella Ropa,  una delle nostre docenti che insegna loro la storia di ciò che accadde a Bologna, in Italia, in quel periodo che ha lasciato segni indelebili nella seconda metà del secolo scorso, quegli anni da noi conosciuti come gli anni del terrorismo ma che furono anche gli anni di grandi lotte, grande partecipazione e forti richieste di cambiamenti e aperture di più ampi spazi di democrazia in questo nostro paese. 

   Dalle parole di Rossella i nostri giovani visitatori hanno potuto ascoltare la ricostruzione di quanto avvenne quel sabato di quarantaquattro anni fa, un progetto portato all'assurdo da uomini e donne che pensavano ad un ritorno indietro nel tempo, alla rivitalizzazione di una idea di società neofascista, per realizzare la quale le bombe ed il terrore, le uccisioni ed il disordine divennero gli strumenti da utilizzare ed in tutto questo l'aiuto, le coperture, le protezioni che questi terroristi ebbero da importanti organi dello Stato, da personaggi influenti nella politica, nella finanza, nei servizi. Molto bene Rossella ha spiegato questo così come è stata efficace la sua illustrazione delle sofferenze subite da famiglie intere rivissute nel racconto di alcune storie delle vittime accanto a quella lunga lista di nomi che ricorda le 85 vittime della strage.

   E quando siamo stati in Comune, nella sala dove li incontriamo per far ascoltare loro le nostre testimonianze, ancora una volta l'attenzione, la partecipazione anche emotiva, il silenzio hanno accompagnato il mio racconto di persona che quel giorno c'era, insieme a tanta altra cittadinanza che rispose a quella strage portando aiuto, solidarietà, conforto e risposta. Anche alla guida di un autobus, il "37", che quel giorno seppe diventare l'ultimo legame tra la vita di una città ed il diritto ad una dignitosa ricomposizione di quei corpi straziati dalla violenza fascista.

   Hanno seguito ogni parola, ascoltato ogni momento della ricostruzione di quella tragica giornata ed hanno percepito l'idea della giustezza di questi incontri, contatti che non vanno persi ma valorizzati. Da noi e da loro ed oggi questi ragazzi del Venturi hanno gli strumenti culturali e didattici per aiutarci a farlo. E' il contributo che chiediamo loro, è la continuazione di un progetto di sensibilizzazione e mantenimento della memoria che solo con la loro partecipazione può e deve continuare. Per questo li ringraziamo.

venerdì 6 dicembre 2024

TERRORISTI O "LIBERATORI"?

 Per anni ci hanno tempestato di notizie, filmati, dibattiti, incursioni di storici, analisti, giornalisti, corrispondenti ed esperti di storia e questioni internazionali per raccontarci e convincerci che i terroristi di Al Qaeda (prima) e della Jihad Islamica (dopo)erano tagliagole, il male, erano contro le democrazie ed andavano combattuti, sradicati, sconfitti.

 Non solo ci abbiamo creduto ma siamo stati anche convinti che quanto è stato fatto in Iraq (soprattutto dai Curdi) ed in Siria (soprattutto dai russi)per respingerli, liberando interi territori da loro occupati e ridare alle popolazioni da loro sottoposte a vessazioni e violenze la giusta libertà, sia stata la cosa giusta, ciò che andava fatto anche per ribadire che la sovranità di ogni Stato è sacrosanta e chi vìola questo principio vìola il diritto internazionale.

 Ora, invece, scopriamo che i rimasugli di Al Qaeda e della Jihad Islamica, foraggiati ed armati da Turchia, Stati Uniti ed altri loro alleati (tra i quali anche Israele) vanno sostenuti in quanto combattono quello che viene definita "dittatura" ovvero il governo di Assad, il governo siriano ovvero un paese che è appena uscito da anni ed anni di guerra interna per liberarsi di questi terroristi - e lo ha fatto con l'aiuto di Russia ed Iran - e ripristinare una legittimità che sta scomoda ai paesi occidentali, UE compresa.

 Sappiamo che in ballo ci sono interessi di ordine geopolitico ed economico. Usa e suoi alleati non intendono perdere la loro supremazia in qualsiasi angolo del mondo quindi nemmeno in questa parte del Medio Oriente. Israele può fare il bello e brutto tempo, bombardando ed uccidendo ovunque. Lo fa anche in Siria dove oggi è stato deciso di passare alla fase finale mettendo fine ad un legittimo governo riconosciuto dagli organismi internazionali (ma non dalla Nato e non dai poteri occidentali!) e sfidando anche quì la presenza russa, unica a sostenere la legittima risposta militare contro i terroristi che si stanno dirigendo verso Damasco.

 Se le parole hanno un senso qualcuno chiarisca se - Jihad ed Al Qaeda - sono ancora considerati terroristi e quindi vanno combattuti (e non solo dai siriani e dai russi)e sconfitti.

 Diversamente si dica chiaramente che sono alleati e quindi strumenti utili da sostenere, armare, aiutare per sovvertire qualsiasi situazione scomoda (all'occidente).

 Comunque sia, terroristi erano e terroristi rimangono!

venerdì 29 novembre 2024

AFFRONTARE IL FUTURO CONOSCENDO IL PASSATO Studenti imolesi incontrano la storia della strage di Bologna in una giornata particolare

    Lavoratori in lotta per ottenere i loro diritti e giovani che avranno presto a che fare con la ricerca di un lavoro, diritto non sempre facile da ottenere. 

    Un piccolo corteo di ragazze e ragazzi mescolato al grande e colorato corteo che risaliva via Indipendenza, a Bologna.

    Giovani con la voglia (giusta) di divertirsi insieme a uomini e donne che portavano nei volti la preoccupazione per le difficoltà che affrontano giorno dopo giorno. Le loro chiacchiere scherzose che si mescolavano agli slogan dei manifestanti.

    E' stato così, con questo quadro di insieme - lavoratori in sciopero generale e studenti venuti per una lezione di storia - che oggi abbiamo incontrato altri ragazzi e ragazze per continuare a spiegare e raccontare loro la storia della Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Studenti provenienti da Imola, impegnati a seguire i loro corsi presso l'IIS CIOFS di via Pirandello da cui usciranno - almeno quelli che abbiamo avuto con noi oggi - come futuri elettricisti/e o come future/i estetisti. Una trentina, due classi di 3a accompagnati dalle loro tre professoresse e da due professori, arrivati in treno e puntualmente incontratisi con Rossella Ropa (docente di storia) e con me proprio di fronte a quel muro giallo, a quella breccia che fronteggia il binario numero uno della Stazione Centrale e che ricorda l'ala che ospitava la sala d'aspetto di seconda classe distrutta dalla bomba piazzata dai terroristi neri quarantaquattro anni fa. 

    Lì, esternamente e davanti a quei segni che ricordano la distruzione di un luogo e l'uccisione di 85 innocenti e poi dentro, davanti a quella lapide di marmo che porta i loro nomi, i loro anni, quella lista che non finisce mai di essere lunga e che diventa impressionante per le tante storie che nasconde, vite spezzate di bimbi, giovani, uomini e donne, famiglie intere, lì Rossella - una delle nostre docenti che ha il compito di accompagnare gli studenti dentro quella lontana storia - li ha intrattenuti raccontando particolari di un attentato, dei segni che lo ricordano, di chi lo commise, di chi vi fu ucciso.

    E poi ancora con loro nella grande sala del Comune dove l'ascolto della mia testimonianza li ha - o almeno è ciò che spero - aiutati a capire l'importanza di reagire, aiutare, soccorrere, rispondere così ad un gesto vile ed immotivato, un gesto dettato solo dalla bramosìa di potere e dalla volontà eversiva di coloro che stavano accanto e/o alle spalle di quei ragazzotti violenti dei Nar, ispirati da una ideologia neofascista che materialmente misero la bomba e la fecero esplodere. Il racconto e l'emozione, i miei ricordi di quel giorno alla guida dell'autobus della linea 37, il rispetto di quei corpi straziati che portai nel loro ultimo viaggio.

    Dai volti e dai silenzi degli studenti imolesi sia Rossella che io abbiamo avuto la dimostrazione che questo nostro incontro di oggi non è stato invano. La scuola non insegna molto di quanto accadde a Bologna. Dobbiamo farlo noi testimoni, le nostre docenti Rossella e Cinzia Venturoli e con noi c'è sempre il grande contributo dell'Associazione tra i Famigliari delle Vittime, i suoi componenti pure loro testimoni di quel giorno e che i giovani di tante scuole hanno imparato a conoscere, rispettare e capirne le sofferenze.                                                                                                   

    Il tempo è passato velocemente. Da quella sala siamo usciti. Fuori, nella grande Piazza, ancora una marea di bandiere, ancora una moltitudine di gente che chiede, esige, di essere rispettata nei diritti. Lo sciopero generale è questo: persone che chiedono rispetto, diritti e giustizia! E i nostri trenta ragazze e ragazzi forse non si sono resi conto che uscendo dal voltone del palazzo del Podestà hanno mescolato il loro futuro a quello di tanti altri. Forse l'unica differenza è che per alcuni c'è una speranza mentre per gli altri solo incertezze e preoccupazioni.

mercoledì 27 novembre 2024

LA RISPOSTA DI BOLOGNA

    Sono trascorse due settimane dall'assurdo assembramento dei nostalgici neofascisti di Casa Pound a pochi passi dalla Stazione di Bologna, da quel luogo dove mani e teste che ancora anelano al ritorno di quel regime che trasformò in tragedia le sorti di migliaia di italiani misero quell'ordigno che provocò la morte di 85 persone, il ferimento di oltre 200 e la distruzione di una intera ala della stazione stessa.

   A metà novembre, la decisione di permettere a chi si rifà ad un regime condannato dalla storia oltre che dalla Costituzione di marciare, esibire mani tese ed urlare slogan che basterebbero a far scattare divieti essendo tutto questo passabile come invito a "ricostituire il partito fascista" mise in moto prese di posizione e polemiche che videro coinvolte le nostre istituzioni locali e che mobilitarono l'attenzione di organizzazioni sociali e politiche non solo della città di Bologna.

   Gli incidenti - che si potevano e si dovevano evitare - scaturiti da quel raduno, non hanno sopito la voglia dei bolognesi di reagire. La risposta si è concretizzata oggi, questa mattina, con il presidio democratico che ha fatto convergere all'interno di quella sala d'aspetto della Stazione di Bologna dove la bomba del 2 agosto 1980 esplose molte persone, rappresentanti delle nostre organizzazioni sociali e politiche, l'Anpi, le sigle sindacali Cgil-Cisl ed Uil, uomini e donne di ogni età per aderire all'iniziativa proposta unitariamente dal Sindaco del Comune di Bologna e dai responsabili delle Associazioni tra i Famigliari delle Vittime delle Stragi di Bologna, di Piazza Fontana, di Brescia, dell'Italicus e della Uno Bianca. Una sala piena di gente tra cui si sono mescolati quelli che portarono aiuto ai feriti a quelli che oggi parlano ai giovani delle nostre scuole, per aiutarli a crescere con la consapevolezza che quel pezzo di storia, quelle storie di persone barbaramente uccise non vanno dimenticate e solo con l'impegno democratico si potrà e dovrà rispondere ai propositi di chi invoca uno Stato con meno spazi di libertà.

   Questa mattina, alle 10.25, dopo aver osservato un minuto di silenzio osservando quel lungo elenco di nomi scolpiti sulla grande lapide che ne ricorda il sacrificio, i rappresentanti delle varie organizzazioni intervenute, il Sindaco Lepore e Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione tra i Famigliari delle Vittime del 2 agosto 1980 hanno ricordato a tutti l'impegno a continuare la lunga battaglia per il diritto alla verità e per conoscere fino in fondo nomi e responsabilità dei colpevoli delle stragi.

   Bologna non dimentica, lo fa anche attraverso il ricordo delle vittime, leggendone - una ad una - i nomi, le età, proprio come anche questa mattina ha invitato a fare la storica Cinzia Venturoli. Nomi ed età scanditi con quella tenerezza e quell'emozione che si fa viva, sempre, ogni volta che il pensiero torna a quei bambini, a quelle donne, a quegli uomini, a quelle famiglie la cui vita fu stroncata ingiustamente.

   Questo impegno, condiviso e sostenuto da tutti i cittadini presenti, ha voluto rappresentare anche un monito a chi pensa di modificare l'indirizzo democratico del paese ed allo stesso tempo ha voluto essere una forma di "invito" a quanti hanno la responsabilità giuridica ed istituzionale di bloccare, impedire a movimenti e gruppi che si collocano al di fuori del dettato costituzionale di poter mettere in atto i loro propositi reazionari.

mercoledì 20 novembre 2024

OPERAZIONE BOLOGNA. A MEDICINA

   La Sala Auditorium di Medicina ha fatto ieri da cornice ad una bella serata in cui il protagonista è stato un libro. 

   Non un libro qualunque ma il libro che meglio ci porta a capire i meccanismi, i personaggi, la storia e le motivazioni che stanno dietro alla più grande strage avvenuta in Italia dal dopoguerra: la Strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna.

   Partendo dalle sentenze degli ultimi processi , quelle che hanno  riconosciuto il ruolo di mandanti  e depistatori in alcune figure emblematiche dei Servizi dello Stato, dell'informazione e dell'operato della  Loggia segreta massonica P2, processi che hanno riconosciuto come esecutori materiali della strage molti volti dell'eversione nera e come organizzatrice di essa stessa i Nar , il libro che è stato presentato alla cittadinanza "è il racconto di ciò che accadde in quella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso". 

    Le due autrici del libro - Antonella Beccaria e Cinzia Venturoli - illustrando ai numerosi cittadini venuti ad ascoltare le ricostruzioni storiche di fatti e personaggi che hanno "affollato" gli anni cruciali di un periodo storico che difficilmente verrà dimenticato, ci hanno accompagnato "dentro"  le pagine di "Operazione Bologna" risvegliando in tanti di noi ricordi non solo di momenti tragici e dolorosi di cui siamo stati testimoni ma anche anni di grande conflittualità sociale e politica. La voglia di cambiare in meglio una società e di dare a questo paese un indirizzo democratico che si fondasse sulla partecipazione dei lavoratori , sui loro diritti, ascoltando i giovani, le donne e dando valore alle motivazioni del conflitto sociale che in quegli anni della seconda metà del secolo scorso fu protagonista delle nostre vicende. 

    E proprio questo fece scattare la risposta eversiva di coloro che vollero fermare questo fermento democratico. Lo fecero dando vita ad organizzazioni che si richiamavano al fascismo e che nel loro progetto criminale prevedeva l'attuazione di attentati, uccisioni, stragi. Il tutto con l'intento di incutere paura e costringere gli organi di questo Stato - organi che al loro interno ospitavano personaggi che si fecero complici di questa strategia - ad attuare una limitazione della libertà, cambiando in tal modo l'indirizzo stesso delle nostre Istituzioni.

    Cinzia ed Antonella, stimolate dalla  introduzione fatta dal Presidente dell'Anpi di Medicina e dal saluto di Dilva Fava, vice-Sindaca di Medicina, confortate anche dalla presenza in sala di Paolo, Marina, Roberta e Morena venuti fin quì per portare la loro attiva sensibilità di appartenenti all'Associazione tra i Famigliari delle vittime della Strage del 2 agosto, hanno ampiamente illustrato il contenuto della loro ricerca storica, parlando non solo della strage del 2 agosto 1980 e dei processi passati ed ancora in corso ma anche ricostruendo avvenimenti che hanno risvegliato in tutti i presenti una grande attenzione ed anche molta voglia di saperne di più. Ne sono state testimoni le numerose domande che sono seguite alla fine dei loro interventi. Domande e curiosità che - come loro stesse hanno detto - richiederebbero altre occasioni di incontro.

                                                                  


    E' stata indubbiamente una serata importante perchè parlare di questi argomenti in uno dei momenti meno luminosi del nostro paese diventa modo per coinvolgere altri e far capire l'importanza di continuare a partecipare, non restare indifferenti e sentirsi protagonisti del diritto di conoscere verità taciute ed avere quella giustizia non ancora riconosciuta a chi ha subito le più atroci ingiustizie di cui conserverà per sempre un dolore incancellabile.

Operazione Bologna 1975-1980: l’inarrestabile onda della strategia della tensione – Castelvecchi Editore

sabato 16 novembre 2024

BOLOGNA CHIAMA, IMOLA RISPONDE...

  Passano i giorni, gli impegni sono sempre tanti, i propositi non sempre vengono rispettati, la puntualità a volte non viene rispettata ma dimenticare qualcosa di importante no, quello cerco di non farlo!

   E mi pare assolutamente importante scrivere di quell'appuntamento che giovedì pomeriggio (era il 14 novembre) mi ha dato la possibilità di incontrare studentesse e studenti della mia città, di Imola, recatisi a Bologna per due momenti...di studio: una visita al museo di Ustica ed un pomeriggio di storia e di storie ovvero l'incontro con chi - la docente Rossella Ropa ed io - ha spiegato loro la storia della Strage del 2 agosto 1980 ed era tra i tanti soccorritori di cui ha voluto parlarne portando la propria testimonianza.

   Una quarantina di ragazze e ragazzi, una bella gioventù, le due classi 5aN e 5aH, giovani che studiano informatica (una parte) e Diplomazia Internazionale (l'altra parte). Tutti provenienti dall'IIS "Paolini-Cassiano" di Imola, uno dei fiori all'occhiello nella formazione culturale e professionale della gioventù imolese pur sapendo che i tempi non sono tra i migliori per quanto riguarda le prospettive future di questa generazione di italiani.

   Le loro quattro professoresse - Chiara Billi, Claudia Gubellini, Fiorenza Bovina e Chiara Castellari) - penso stiano facendo un ottimo lavoro, lo deduco dal rispetto che gli studenti portano loro ma anche perchè le conosco avendole già incontrate in altre occasioni, con altri ragazzi ma sempre per aiutarli a riflettere su questa triste storia dell'attentato che provocò 85 vittime e 216 feriti.

   La grande - e fredda! - sala che ci ospita nei piani alti del Palazzo del Podestà, a Bologna, ci ha permesso di entrare in sintonia, noi e loro, ritornando, con il racconto ma anche con l'emozione che la memoria puntualmente fa emergere, a quanto accadde in Stazione quel sabato di 44 anni fa, attraverso la ricostruzione storica fatta da Rossella ed, in seguito, con il ricordo di quanto seppe fare la gente di una città, senza distinzione alcuna, mescolando giovani, uomini donne, lavoratori e volontari, rappresentanti di enti ed istituzioni, operai usciti dalle fabbriche, professionisti del soccorso e gente inesperta ma pronta a fare la propria parte per aiutare, soccorrere, reagire. Anche con gli autobus, anche con quel "37" che accompagnò poveri corpi nel loro ultimo e tragico tragitto.

   Questi nostri giovani, i miei concittadini imolesi in questo caso, non possono sapere chi erano i personaggi che oggi sappiamo essere tra quelli che hanno pianificato, organizzato e realizzato quella strage. Loro non c'erano ai tempi in cui la strage avvenne! Non sanno, anche perchè i nostri programmi scolastici non li aiutano a sapere e se qualcosa imparano lo devono all'encomiabile impegno di professoresse e professori che compiono fino in fondo il loro lavoro. Proprio come le docenti che oggi erano con noi, ed hanno coadiuvato il lavoro di spiegazione di quei lontani fatti della storia che proprio Rossella Ropa aveva il compito di ricostruire e che con pacatezza e professionalità ha fatto, di fronte a quei ragazzi attenti e coinvolti. 

   La "passeggiata" lungo via Indipendenza e poi - una volta giunti in Stazione - quel passaggio davanti a lapidi, luoghi ed oggetti che ricordano l'attentato fascista del 2 agosto 1980, la sosta davanti a quell'interminabile elenco di vittime ed a quel punto del pavimento dove la bomba esplose e  poi le ultime parti del racconto storico di Rossella hanno chiuso il nostro incontro. Ora è tempo di bilanci e loro avranno tempo e modo per farlo nelle classi, con le loro professoresse.

   Saremo riusciti a lasciare qualcosa di utile? Credo e spero di sì ed i segnali per capire che il nostro è stato un incontro positivo l'ho avuto anche su quel treno che ci ha riportati a casa, a Imola. I giovani di questa città hanno risposto con intelligenza e partecipazione alla chiamata di Bologna!

   

I DICIOTTO DEL VENTURI

   I diciotto dell'IIS "Adolfo Venturi" di Modena ovvero le studentesse e gli studenti della classe 5aP che oggi sono venuti a...