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venerdì 17 maggio 2024

LA BELLEZZA DI VENIRE DAL....PARADISI!

     Uno squillo di telefono mi dice che Cinzia Venturoli - la docente di storia che avrebbe dovuto essere con me per incontrare gli studenti che arrivavano da Vignola di Modena - è indisposta e che, pertanto, l'incontro con loro me lo sarei dovuto gestire da solo! Non sono mai preparato a sufficienza per queste notizie ma siccome la priorità l'aveva proprio l'incontro con loro ho accantonato incertezza e preoccupazione accettando di prendermi questo impegno e cercare di portarlo fino in fondo e nel migliore dei modi possibile.

     E così, ieri pomeriggio, alle 15.15, di fronte a quella distesa di foto che, sulle mura del Palazzo del Podestà di Bologna ricordano il sacrificio di tanti partigiani, mi sono trovato circondato da studenti e professori dell'Istituto Superiore di Istruzione "A. Paradisi" di Vignola di Modena. Frequentano tre classi di 5a, studiano Lingue, Economia, Tecnica e sono ormai al termine del ciclo di studi che li separa dall'Università. Un folto gruppo - erano in 45 -  di belle studentesse e di aitanti ma seri giovanotti accompagnati da Luca Zambelli e dalle altre sue 3 colleghe oltre che da un altro prof.

     Pochi istanti per presentarci e poi sù, lungo quelle due rampe della "scalinata dei cavalli" che ci hanno portato alla sala dove li incontriamo sempre tutti, studenti e professori provenienti da località e scuole così diverse e dislocate sul territorio dell'intera nostra Regione. 

     Essendo da solo devo gestire i tempi in modo diverso dal solito e così dò il via alla mia testimonianza, di fronte a questo bel pubblico che mi da coraggio perchè li vedo e li sento seri, attenti e interessati a questo incontro ed alle cose che ne potranno venir fuori. Luca ed il suo collega mi anticipano dicendo a tutti il motivo dell'assenza di Cinzia e ringraziando me perchè mi sono reso disponibile comunque all'incontro (ma loro non sanno che sono sempre io a doverne ringraziare la loro venuta fin quì per ascoltare qualcosa che ricondurrà tutti a quella strage di 44 anni fa, all'uccisione di 85 persone ed al ferimento di 216 alle 10.25 del 2 agosto 1980).

     Sento tutta la loro attenzione mentre parte e si sviluppa il racconto di quel giorno, la mia memoria mi riconduce là, cerco di tenere un filo conduttore tra ciò che fu il mio comportamento e ciò che tanti altri fecero per ore ed ore. La storia del 37, nel racconto, si intreccia ad altre azioni di soccorso e di atteggiamenti colmi di solidarietà umana e civile. Momenti di emozione non mancano e vedo, sento nel loro silenzio e nei loro sguardi, la partecipazione anche a questi istanti di difficoltà dovuti al ricordo ancora vivo di quanto mi accadeva intorno, in quelle ore. Li sento con me, dalle prime parole fino alle ultime e questo mi da forza e mi rende contento per come questo nostro appuntamento si sta evolvendo.

     Domande e poi qualche riflessione, studenti e professori che sono un tutt'uno con me nel rendere positivo questo nostro incontro. Quando le cose si mettono così senti tutta l'importanza di questo progetto. Educare attraverso i luoghi lascia tracce, semina qualcosa, aiuta a non dimenticare.

     E poi, come un tutt'uno, fuori da quell'aula, amici tra gli amici, ragazze e ragazzi mescolati a me ed ai loro professori lungo quel...lungo portico che dalla piazza ci porta alla stazione. Non mi sento estraneo anzi, mi sembra di conoscerli da sempre e mi sembra che abbiano accettato la mia presenza senza pretese, con quella grande semplicità che mi ricorda sempre l'altra semplicità della gente: quella di chi ebbi intorno quel 2 agosto 1980.

     Sono le 17.10, davanti al muro giallo, a pochi metri da quel primo binario, con alle spalle uno squarcio ed alcune lapidi e poi dentro quella sala d'aspetto, ai piedi di quella interminabile lista di nomi e di numeri, l'età di giovani, di gente matura, anziana, di bambini, di donne ed uomini ed intere famiglie distrutte dalla bomba. E quel quadro sbrecciato ed alcune - poche, per ragioni di tempo - storie, la mamma di Paolo, la storia di Tonino e dell'altro Paolo nelle mie parole di persona non adatta a ricoprire questo ruolo che non è mio ma che ho cercato di affrontare e "consegnare" a tutti loro, come meglio ho potuto.

     Il treno ha i suoi orari, il loro rientro a casa coincide anche con il mio. Ci lasciamo con il ricordo di una foto, con saluti che sento carichi di affetto, un sentimento che ricambio. I professori mi dicono che è stato un bel pomeriggio. E' stato un bel pomeriggio!

     Ma a volte si deve chiudere ricordando qualcosa o qualcuno che ti aiuterà a tenere in mente il Paradisi, le sue tre classi di 5a venute oggi, Luca e gli altri prof, quei bei volti di ragazze preparate al futuro che le aspetta e la seria allegrìa dei loro compagni, mi sono trovato bene tra di loro e li ringrazio tutte e tutti così come non dimentico la fiducia che ha avuto in me Cinzia Venturoli nell'affidarmeli. Ma l'ultima riga la dedico a Doua, al suo dolce sorriso, che mi è stata al fianco per tutta via Indipendenza, parlandomi mentre camminavamo e che mi ha fatto sentire l'intensità del valore che racchiude il parlarsi, il conoscersi, lo stare insieme seppur da sconosciuti...oggi non più!

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