domenica 19 maggio 2024

GIUSTIZIA INGIUSTA!

 "Mi sono detto colpevole solo per (ottenere n.d.r.) l'estradizione"!

 Solo questa frase pronunciata dal reo(confesso) basta a far indignare le persone con un po' di buonsenso ma evidentemente questa virtù non alberga nella truppa di governo e dei media che stanno cavalcando la liberazione di Chico Forti dalla galera americana come se fosse un qualcosa di eroico di cui andar fieri.

  Verrà il tempo di più approfondita conoscenza del caso ma a tutt'oggi di questo personaggio si sa che negli U.s.a. è stato condannato all'ergastolo per omicidio, che è stato estradato in Italia e che tale richiesta è stata soddisfatta dietro certezza che anche da noi avrebbe scontato la pena a cui è stato condannato ovvero: l'ergastolo ovvero, carcere a vita!

  Ed invece ha trovato ad accoglierlo in aeroporto nientemeno che il capo del nostro Governo, sorridente e per nulla imbarazzata di trovarsi di fronte ad una persona accusata e condannata per averne assassinata un'altra! 

  Come non bastasse Tg e testate giornalistiche se lo sono accaparrato per interviste e piagnistei vari e c'è da aspettarsi che il "nostro" ergastolano  sarà - a breve e presto - libero di scorazzare per le strade, con la pena che sarà considerata scontata, così come già è accaduto per personaggi che ben conosciamo condannati per stragi e terrorismo!

  Tutto questo è giusto? Bisognerebbe chiederlo agli altri 2.000 carcerati italiani sparsi per il mondo che probabilmente non avranno mai una Meloni ad accoglierli in qualche aeroporto del suol natìo!

  Per il sottoscritto è una di quelle tante porcherie che ci hanno dato celebrità nel mondo ma tant'è, la (in)giustizia ha anche queste brutte facciate!

venerdì 17 maggio 2024

LA BELLEZZA DI VENIRE DAL....PARADISI!

     Uno squillo di telefono mi dice che Cinzia Venturoli - la docente di storia che avrebbe dovuto essere con me per incontrare gli studenti che arrivavano da Vignola di Modena - è indisposta e che, pertanto, l'incontro con loro me lo sarei dovuto gestire da solo! Non sono mai preparato a sufficienza per queste notizie ma siccome la priorità l'aveva proprio l'incontro con loro ho accantonato incertezza e preoccupazione accettando di prendermi questo impegno e cercare di portarlo fino in fondo e nel migliore dei modi possibile.

     E così, ieri pomeriggio, alle 15.15, di fronte a quella distesa di foto che, sulle mura del Palazzo del Podestà di Bologna ricordano il sacrificio di tanti partigiani, mi sono trovato circondato da studenti e professori dell'Istituto Superiore di Istruzione "A. Paradisi" di Vignola di Modena. Frequentano tre classi di 5a, studiano Lingue, Economia, Tecnica e sono ormai al termine del ciclo di studi che li separa dall'Università. Un folto gruppo - erano in 45 -  di belle studentesse e di aitanti ma seri giovanotti accompagnati da Luca Zambelli e dalle altre sue 3 colleghe oltre che da un altro prof.

     Pochi istanti per presentarci e poi sù, lungo quelle due rampe della "scalinata dei cavalli" che ci hanno portato alla sala dove li incontriamo sempre tutti, studenti e professori provenienti da località e scuole così diverse e dislocate sul territorio dell'intera nostra Regione. 

     Essendo da solo devo gestire i tempi in modo diverso dal solito e così dò il via alla mia testimonianza, di fronte a questo bel pubblico che mi da coraggio perchè li vedo e li sento seri, attenti e interessati a questo incontro ed alle cose che ne potranno venir fuori. Luca ed il suo collega mi anticipano dicendo a tutti il motivo dell'assenza di Cinzia e ringraziando me perchè mi sono reso disponibile comunque all'incontro (ma loro non sanno che sono sempre io a doverne ringraziare la loro venuta fin quì per ascoltare qualcosa che ricondurrà tutti a quella strage di 44 anni fa, all'uccisione di 85 persone ed al ferimento di 216 alle 10.25 del 2 agosto 1980).

     Sento tutta la loro attenzione mentre parte e si sviluppa il racconto di quel giorno, la mia memoria mi riconduce là, cerco di tenere un filo conduttore tra ciò che fu il mio comportamento e ciò che tanti altri fecero per ore ed ore. La storia del 37, nel racconto, si intreccia ad altre azioni di soccorso e di atteggiamenti colmi di solidarietà umana e civile. Momenti di emozione non mancano e vedo, sento nel loro silenzio e nei loro sguardi, la partecipazione anche a questi istanti di difficoltà dovuti al ricordo ancora vivo di quanto mi accadeva intorno, in quelle ore. Li sento con me, dalle prime parole fino alle ultime e questo mi da forza e mi rende contento per come questo nostro appuntamento si sta evolvendo.

     Domande e poi qualche riflessione, studenti e professori che sono un tutt'uno con me nel rendere positivo questo nostro incontro. Quando le cose si mettono così senti tutta l'importanza di questo progetto. Educare attraverso i luoghi lascia tracce, semina qualcosa, aiuta a non dimenticare.

     E poi, come un tutt'uno, fuori da quell'aula, amici tra gli amici, ragazze e ragazzi mescolati a me ed ai loro professori lungo quel...lungo portico che dalla piazza ci porta alla stazione. Non mi sento estraneo anzi, mi sembra di conoscerli da sempre e mi sembra che abbiano accettato la mia presenza senza pretese, con quella grande semplicità che mi ricorda sempre l'altra semplicità della gente: quella di chi ebbi intorno quel 2 agosto 1980.

     Sono le 17.10, davanti al muro giallo, a pochi metri da quel primo binario, con alle spalle uno squarcio ed alcune lapidi e poi dentro quella sala d'aspetto, ai piedi di quella interminabile lista di nomi e di numeri, l'età di giovani, di gente matura, anziana, di bambini, di donne ed uomini ed intere famiglie distrutte dalla bomba. E quel quadro sbrecciato ed alcune - poche, per ragioni di tempo - storie, la mamma di Paolo, la storia di Tonino e dell'altro Paolo nelle mie parole di persona non adatta a ricoprire questo ruolo che non è mio ma che ho cercato di affrontare e "consegnare" a tutti loro, come meglio ho potuto.

     Il treno ha i suoi orari, il loro rientro a casa coincide anche con il mio. Ci lasciamo con il ricordo di una foto, con saluti che sento carichi di affetto, un sentimento che ricambio. I professori mi dicono che è stato un bel pomeriggio. E' stato un bel pomeriggio!

     Ma a volte si deve chiudere ricordando qualcosa o qualcuno che ti aiuterà a tenere in mente il Paradisi, le sue tre classi di 5a venute oggi, Luca e gli altri prof, quei bei volti di ragazze preparate al futuro che le aspetta e la seria allegrìa dei loro compagni, mi sono trovato bene tra di loro e li ringrazio tutte e tutti così come non dimentico la fiducia che ha avuto in me Cinzia Venturoli nell'affidarmeli. Ma l'ultima riga la dedico a Duha, al suo dolce sorriso, che mi è stata al fianco per tutta via Indipendenza, parlandomi mentre camminavamo e che mi ha fatto sentire l'intensità del valore che racchiude il parlarsi, il conoscersi, lo stare insieme seppur da sconosciuti...oggi non più!

UNA MEDIA....NELLA MEDIA

     

Ancora una presa d'atto che la gestione degli incontri con gli studenti delle scuole medie è cosa alquanto complicata! Raccontare il 2 agosto a questi irrequieti giovani è impegnativo tanto per la docente di storia che per il testimone con cui devono incontrarsi.
     Anche ieri ne abbiamo avuto una prova nel corso dell'appuntamento con le terze G,H ed I della Media "G.Marconi" di Modena. Una sessantina di ragazzi e ragazze + otto loro professori.....una truppa di persone che abbiamo accolto alle 9 di ieri mattina in Stazione e successivamente nella grande sala del Comune, nel Palazzo del Podestà!
     Difficile tenerli concentrati, difficile tenerli "sul pezzo", difficile farli stare quieti, difficile ancor di più farli "entrare dentro" una materia così complessa quando provengono da Istituti che non li ha preparati (o lo ha fatto molto succintamente) ad ascoltare una storia di terrorismo ed una giornata di dolore ed anche di partecipazione e condivisione vissuta dalla popolazione di Bologna, accanto alle vittime, ai feriti, sui ruderi di quanto rimaneva dell'ala ovest della nostra stazione dei treni dopo le 10.25, l'ora in cui esplose la bomba collocata dai neofascisti dei Nar nella sala d'aspetto di seconda classe.
     Difficile, ieri,  "tenere la barra" per Rossella Ropa in quel suo compito di docente  che deve insegnare ai ragazzi una pagina di storia che racchiude in se fatti e personaggi lontani nel tempo ma ancora presenti ed influenti tra di noi e nelle nostre vicende attuali. Difficile anche per me portare una testimonianza sempre costellata di momenti che non si riesce a separare dall'emozione che il ricordo puntualmente risveglia. Raccontare una strage già non è facile e se in tutto questo ci si aggiunge il racconto di storie di persone non più tra di noi ed altre storie di altre persone colpevoli di uno dei massacri più orrendi accaduti dal dopoguerra in poi, allora è indispensabile armarsi di pazienza e di costanza per arrivare fino alla fine del tempo che ci tiene insieme. E, per rimanere insieme e partecipi, è a volte indispensabile riprendere il controllo facendo presente a quei pochi che disturbano gli altri con la loro disattenzione e con il loro vocìo che dietro alle storie che raccontiamo ci sono sofferenze che vanno rispettate ed ascoltate, da tutti, anche da loro.
     Comunque sia anche con queste tre classi di studenti modenesi - e sono tante tre classi, probabilmente troppe da unire insieme e portare da noi in quanto l'aggregazione, la "fusione" tra di loro sconta le loro diverse fasi di apprendimento in classe che si rivelano proprio nel corso degli incontri - abbiamo provato a trasmettere un po' di memoria sul 2 agosto 1980 o almeno abbiamo avuto la consapevolezza che nella maggioranza dei partecipanti ci sia stato l'interesse di aver ascoltato una lezione e delle storie su cui forse non erano preparati ma che li ha incuriositi e - lo auspichiamo - interessati.
      Ora attendiamo i prossimi.......

lunedì 13 maggio 2024

CONTINUANDO A FARE MEMORIA.....ad altri studenti di Modena

     Tutto sommato è stato un incontro abbastanza...veloce ma è andato bene, pur verificando - ancora e sempre più di frequente - che i ragazzi delle scuole medie stanno mettendo in mostra la stanchezza per questa coda dell'anno scolastico in via di scadenza ma anche la difficoltà a "digerire"  una materia complessa e vasta quale è quella che viene affrontata quando li incontriamo per parlare di stragi e di terrorismo.

     Dovremo anche noi osservare queste difficoltà con occhio critico senza nulla togliere al bilancio che comunque è e resta positivo: questi incontri sono importanti, essenziali per introdurre i giovani in una storia che li riguarda in quanto è cultura che debbono apprendere ma anche per stimolarli ad avere una loro coscienza critica ed interessata su fatti, personaggi e storie che parlano di cose accadute e che non possono non conoscere.

     Ci sarà da ragionare anche con i loro professori perchè le difficoltà dei ragazzi a seguire con attenzione lo svolgimento - lezione della storica e testimonianza di chi era in stazione a Bologna il 2 agosto 1980 - di quanto viene detto durante gli incontri nasce anche dal fatto che troppo spesso arrivano da noi impreparati, non sanno nulla o ben poco di questa materia - il terrorismo - in classe non ne hanno parlato e per loro ascoltare nomi, date, luoghi e fatti che li portano "dentro" a queste storie di stragi e di terrore è alquanto complicato.

                                                                Comunque sia, anche questa mattina altre due classi di una scuola media di Modena - pure loro impreparate - sono venute ad ascoltare quanto aveva da spiegare loro la nostra docente Rossella Ropa, in stazione, davanti alle lapidi, di fronte a quel punto della sala d'aspetto dove avvenne lo scoppio che causò 85 vittime e 216 feriti. La loro è la scuola media "G. Marconi" e le classi arrivate da Modena fino a Bologna erano la 3aA e la 3aF. Sono arrivati in una cinquantina e tra di loro ben 7 professori ed un insegnante di sostegno, un gruppone che - una volta terminato l'incontro in stazione - si è snodato lungo via Indipendenza per poi salire in quella grande sala del Palazzo Comunale dove hanno potuto ascoltare il racconto del testimone presente il 2 agosto tra i soccorritori cioè il mio racconto di attempato ex autista , quel giorno tra i soccorritori ma alla guida di un autobus.

     Hanno ascoltato con sufficiente attenzione, non c'era tempo - al termine del mio racconto di quel giorno trascorso tra dolore e solidarietà, su quel 37 che accompagnò nel loro ultimo viaggio i resti di chi fù ucciso dai criminali attentatori appartenenti ai Nar - per le domande, dovevano rientrare a Modena e così il nostro stare insieme si è concluso alle 11.50 con un pò di.....amarezza da parte nostra perchè siamo certi che in loro non è entrato tutto ciò che avrebbe dovuto interessarli. Ma tant'è!


     Ormai navighiamo verso la metà di maggio. Altri incontri ci daranno la possibilità di "seminare" ancora qualcosa su questa tremenda storia della Strage alla Stazione di Bologna, di ricordare l'importanza di non dimenticare le vittime di un atto atroce ed ingiusto, di trasmettere l'importanza di fare memoria e sostenere la lunga battaglia di chi -fuori e dentro i tribunali - vuole sapere il perchè delle stragi, chi le pensò e a che cosa ed a chi dovevano servire. E' un diritto che riguarda tutti, anche questi ragazzi pur essendo a volte estranei e/o lontani dal capirne i risvolti che si intrecciano anche con le loro vite, con il loro futuro.

     Fin quì siamo arrivati ma il "nostro" anno scolastico continua....

sabato 11 maggio 2024

CHE COSA RESTA DELLA NAZIONE DEGLI EBREI?

 
    Israele, la nazione degli ebrei, è nata con l'ingiustizia dentro, buttando fuori i legittimi abitanti di una parte di questo nostro pianeta, escludendoli dal diritto alla vita, alla terra, alla patria. E' una nazione che è sorta grazie ai compromessi tra le grandi potenze, per rimettere a posto coscienze toccate dal non essere riuscite -o non aver voluto- evitare il massacro di milioni di persone nei campi nazisti. 

   E' nata per dare un luogo dove abitare ad una diaspora di esseri umani dispersi in mille luoghi ed ora è artefice della diaspora di altri uomini la cui sofferenza ed i cui diritti negati lasciano immobili quei potenti che dovrebbero difenderli, estenderli, proteggerli. 

   Dice di combattere il terrore ma è con il terrore che è nata, basta andarsi a vedere un po' di storia del'Irgun, della Banda Stern per rendersi conto di quali metodi di lotta adottarono gli ebrei per far nascere una nazione, per dar vita ad Israele. 

   E' una nazione che siede nelle massime organizzazioni internazionali ma non ne rispetta i dettati e non ne adotta le risoluzioni. Occupa illegalmente territori e città che non le appartengono, sfruttando terreni, acque e risorse che non sono sue. Ha eretto muri che si sono trasformati in prigioni per un popolo senza terra ed ora diviso anche nell'impossibile coabitazione di famiglie separate da quel muro o da un filo spinato. 

   E' armato, finanziato, protetto dai grandi paesi occidentali che ne hanno fatto un "cane da guardia" in questo scacchiere mediorientale così importante per la loro geopolitica e per i loro "interessi" ed i soldi e le armi che riceve finiscono anche nelle tasche e nelle mani di quei coloni che erigono insediamenti, depredano, violentano, scacciano povera gente colpevole solo di abitare sulla propria terra, tra i propri campi, nelle povere case che per secoli li hanno visti crescere.

   Israele. Si arroga il diritto di bombardare dove vuole e quando vuole, offendendo il diritto internazionale alla inviolabilità ed al rispetto dei confini internazionalmente riconosciuti. Distrugge luoghi della ricerca scientifica e militare di altre nazioni ma possiede centinaia di ordigni atomici, vera e propria minaccia per intere, altre, nazioni.

   Invoca il diritto di difendersi "dai terroristi" e di avere per questo il sostegno internazionale, ricordando la lontana "shoah", le vessazioni ricevute, l'olocausto, la caccia agli ebrei ed il massacro durante il conflitto mondiale ed ora distrugge con metodi che ricordano quei lontani tempi un intero popolo, macchiandolo di essere "terrorista", cancellandolo fisicamente ed impedendone -anche con il ricatto- il diritto alla lotta per la propria libertà, sancito anche dalle carte che la stessa nazione ebraica ha sottoscritto e continuamente violato! Lo fa perchè si sente protetto, perchè è protetto!

   E dopo aver descritto nel peggiore dei modi la stessa Onu, offendendone anche il suo massimo esponente legalmente eletto e riconosciuto dalle nazioni di tutto il mondo, ora il diplomatico che in quella grande assise di nazioni rappresenta la nazione israeliana e -con essa- il popolo ebraico, straccia la Carta dell'Onu, quel documento che sancì la rinascita delle nazioni libere alla fine di un conflitto che costò oltre 50 milioni di morti di cui 6 milioni di ebrei! Lo fa per negare il diritto -che è il suo stesso diritto!- al riconoscimento di un altro popolo, quello palestinese, come membro legalmente appartenente all'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'Onu.

   Ebbene, un paese che delega il proprio rappresentante a fare questo è un paese indegno di essere rappresentato all'Onu, la casa delle nazioni libere! Ed un paese -l'Italia- che di fronte a questo stato di cose decide di astenersi nel corso del voto, è un paese indegno di chiamarsi "democratico".

venerdì 10 maggio 2024

LA CONSAPEVOLEZZA DI AVER FATTO UNA COSA BUONA E GIUSTA!

 
A distanza di due mesi e mezzo da quando ci invitarono nella loro classe per parlarne e per intervistarci, ieri lo hanno presentato al pubblico! E' la realizzazione di un progetto che ricorda il 2 agosto 1980.

 Gli studenti della 4aM del Liceo Fermi di Bologna, coadiuvati dalla loro prof Silvia Gruppioni volevano produrre un docu-film sulla strage di Bologna e, dopo aver video-intervistato - nel loro Istituto - il Dott. Stefano Badiali ed io, Agide Melloni, in qualità di soccorritori presenti in stazione quel sabato di 44 anni fa, hanno realizzato il loro progetto: un docu-film della durata di una quarantina di minuti nel corso del quale vengono ricostruite le fasi del soccorso prestato alle persone investite dall'esplosione della bomba, posta nella sala d'aspetto della Stazione. E, con il racconto di Badiali, è stato ricordato anche come nacque il 118, i suoi precedenti, per dare una idea di come sia importante per una realtà territoriale avere enti ed organizzazioni che coordinano ed organizzano i soccorsi soprattutto in occasione di gravi eventi.

Ieri, nell'Aula Magna del Fermi, oltre 80 studenti, genitori, professori hanno assistito alla proiezione del docu-film che è stato accolto con favore e con quegli applausi che l'impegno dei ragazzi e delle ragazze della 4aM meritano! 

Questo è uno dei primi progetti realizzati dagli studenti rivolti al ricordo della strage di Bologna che cominciano ad essere presentati in questo ultimo scorcio dell'anno scolastico 2023-24. Altri ne seguiranno e sono certo che questi loro lavori non rimarranno chiusi nei cassetti dei loro Istituti, perchè sono la testimonianza del loro impegno, della loro partecipazione e della condivisione di un pezzo della memoria che proprio di loro ha bisogno affinchè non venga meno la volontà di ricordare per sempre il sacrificio di 85 persone ed il ferimento di altre 216.

Grazie ragazze, grazie ragazzi del Fermi e un grazie speciale alla vostra prof Silvia Gruppioni perchè ha saputo accompagnarvi in questa "impresa" ben riuscita e tanti complimenti per un lavoro sapientemente realizzato, umanamente meritevole e frutto della collaborazione di ognuno di voi!

UNA STORIA, UNA STRAGE Il 2 agosto 1980 anche per i giovani di San Secondo P.se

     Diventeranno, con molta probabilità, futuri ragionieri ma è probabile che qualcuno o qualcuna di loro si avventuri nella grande galassia delle lingue imparando e parlando le quali oggi è più probabile che tante porte chiuse si socchiudano, nell'ambito del lavoro ma anche nell'intento di avventurarsi in altri studi.

                                                 

     A chi mi riferisco? Mi riferisco alla trentina di studentesse e studenti arrivati mercoledì 8 maggio in stazione per dedicare la loro mattinata al progetto "Educare attraverso i luoghi", lezione di storia e testimonianza sul 2 agosto 1980. Erano le classi 5aA e 5aB dell'ITS "Galileo Galilei" di San Secondo Parmense e, a tenerli composti ed attenti - pur non essendocene la necessità in quanto si sono comportati da ragazzi veramente interessati alla materia - c'erano Maria Chiara, Ilaria, Cristina ed Enrica, le loro professoresse.

     Ed è sempre lì, su quel marciapiede che divide il muro giallo della sala d'aspetto della Stazione di Bologna dal binario numero uno, che ci siamo ritrovati di nuovo, con loro, ad ascoltare la nostra docente contemporanea, Rossella Ropa, armata come al solito di microfono ed altoparlante per coprire meglio i rumori di annunci e convogli di passaggio. Storia dell'attentato e degli esecutori, la lettura del contenuto di targhe e di lapidi, qualche ricordo di vittime e di soccorritori osservando ciò che lì è conservato, in quel luogo della memoria, come ad esempio un quadro scalfito dallo scoppio della bomba o un tratto di pavimento ruvido ed antico dove la bomba esplose mietendo 85 vittime e ferendo oltre duecento persone di ogni età e di ogni provenienza.

     Questa lunga primavera, fredda ed umida, sembra che mercoledì ci abbia voluto bene perchè sprazzi di sole tiepido hanno invogliato un po' di più il nostro piccolo corteo a percorrere il lungo portico di via Indipendenza, fino a giungere al Palazzo Comunale per poi salire quei lunghi scaloni che un tempo accoglievano lo scalpitìo dei cavalli dei Signori di Bologna.

     La testimonianza di quanto accadde quel sabato e che ho condiviso con questi giovani è stata seguita in silenzio e prestando attenzione ai particolari di un racconto che racchiude sempre in sè il ricordo di momenti tragici e che per il sottoscritto sono anche momenti di forte emozione. Quel pezzo della mia memoria racchiude un tratto della storia di gente che fu semplicemente umana e volenterosa di non lasciare soli donne ed uomini, giovani e fanciulli aiutandone il soccorso e portando affetto e rispetto per coloro che non ce la fecero e persero la vita in quella sala d'aspetto dove mani criminali decisero di scatenare l'inferno pur di dar corso ad un progetto criminale che voleva riportare questo paese ad un passato indegno di essere solamente auspicato! Neofascisti dei Nar in combutta con pezzi dello Stato, giovani fanatici protetti, finanziati ed aiutati da vecchi arnesi usciti indenni dal ventennio fascista e che questa Repubblica con troppa facilità ha inserito nei meccanismi delle Istituzioni, dando loro la possibilità di complottare, deviare, manipolare percorsi delicati nel funzionamento della nostra democrazia. Ed i particolari di gente che aiutò, mani che soccorsero scavando, confortando, soccorrendo, guidando autobus, medicando e rimanendo ore ed ore nelle sale chirurgiche mentra altri assicuravano con i loro comportamenti la risposta della città alla violenza fascista. Il mio racconto di una giornata indimenticabile perchè triste ma anche orgogliosa!

 
   Qualcuna e qualcuno di loro non si è distaccato subito da noi. L'uscita dalla grande sala al secondo piano del Palazzo del Podestà è stata lenta, ha dato tempo a chi lo voleva di salutare meglio Rossella ed anche me, dirci qualche parola che lascia sempre quel segno di un messaggio che è stato ascoltato e verrà elaborato per poterne fare a sua volta altri messaggi da portare ad altre persone. E' ciò che sta alla base di questo progetto: salvare e far proliferare la memoria sulla strage del 2 agosto, mettendo a buon fine l'ascolto di una lezione che non può e non deve iniziare e finire dentro una stanza!

GIUSTIZIA INGIUSTA!

 "Mi sono detto colpevole solo per (ottenere n.d.r.) l'estradizione"!  Solo questa frase pronunciata dal reo(confesso) basta a...