Anche i piccoli simboli possono essere utili per preservare la memoria. Possono dignitosamente stare al fianco dei grandi simboli e dei luoghi della memoria, i luoghi dove il 2 agosto 1980 avvenne la strage alla stazione di Bologna.
I piccoli simboli pensati e realizzati dai bambini delle scuole elementari diventano testimoni non solo del loro impegno e di quello delle loro maestre ma parlano a chi li osserva con un linguaggio semplice ed immediato, quello dei segni e degli oggetti. E loro sono bravi nel farli.
Lo abbiamo potuto constatare ieri, al Centro "A. Montanari" di Bologna, in quello che un tempo era il deposito Zucca, dove arrivavano e partivano gli autobus dell'Atc (ora Tper),nel momento in cui abbiamo assistito alla presentazione dei progetti realizzati dalle classi 5aA e 5aB delle elementari Marsili e quelli portati dalle 5aA e 5aB della scuola elementare Mader. Un salone pieno di loro, dei loro genitori, delle maestre, degli attivisti del Centro che ci ha ospitati e con anche la nostra (mia e di Roberta) presenza in quanto - guidati sempre dalla storica Cinzia Venturoli - in quelle classi abbiamo portato la testimonianza di chi, in quel lontano sabato di 44 anni fa, venne coinvolto dall'esplosione e ne soffre ancora oggi le conseguenze e di chi si mescolò ai tanti soccorritori guidando un autobus ed unendosi a quella risposta che cercò di portare umanità e solidarietà in una città colpita dalla violenza stragista dei neofascisti colpevoli di quel vile massacro.
Cartelloni, parole, le loro voci a ricordare - una per una - le 85 vittime della strage e poi i cuori fatti con l'arte origami, una immagine disegnata di anziani che giocano a briscola, a ricordo di Antonio Montanari ed una stazione ferroviaria ricavata dalla lavorazione del cartone piegato, incollato, dipinto fino a diventare l'ala ovest di quella di Bologna, con il proprio orologio fermo alle 10.25 e l'immancabile "37", parcheggiato davanti a quelle colonne - rigorosamente di cartone! - che ricordano l'atrio d'ingresso della Stazione Centrale. Bello da vedere, bello da toccare perchè contiene il loro pensiero ed anche il loro affetto, quello dei ragazzi e ragazze che ne sono stati "muratori"!
E che dire di quel labirinto complesso, intricato, fatto di piccole corsie attraversate le une dalle altre e contenenti ognuna un nome, quello di bambini, giovani ed adulti: le vittime. Bianco su sfondo nero, il bianco innocente contro il nero di chi ha voluto e portato morte. Lo ricorderemo, non se ne andrà dalla nostra mente. Ieri è stata così. Una di quelle giornate che ci dicono che anche la fatica di fare tanti incontri, dentro e fuori le scuole, sa mostrare sempre un lato positivo. Quello del sorriso e della semplicità dei gesti visti in questi giovani e della loro operosità che diventa un impegno a lasciare nei corridoi della Mader e della Marsili qualche pezzetto di memoria ad altri che verranno l'anno prossimo, nelle loro aule, affinchè il ricordo del 2 agosto 1980 continui nel tempo.
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