Bravi ragazzi, quelli delle quinte classi della Scuola Primaria "Mader Echkardt e Kay" di Bologna-Corticella che - insieme a Cinzia Venturoli nella sua veste di storica - abbiamo incontrato nella mattinata di venerdì 31 gennaio.
Bravi, disciplinati ed attenti, degni scolari di una scuola dedicata a due delle vittime più giovani della strage del 2 agosto 1980. Ed anche interessati da un argomento per loro un po' complicato: il terrorismo e la strage di Bologna. Un incontro con la prof Venturoli e con il testimone, dentro le loro classi, a stretto contatto e con i loro occhi che non ci hanno mai abbandonato un istante.
Mentre nella prima parte della mattinata abbiamo incontrato i 22 ragazzi della 5aB, insieme alla loro insegnante Marianna, nelle ultime due ore di lezione siamo stati in classe con i 21 scolari della 5aA ed anche in questo caso è stato importante il ruolo di collegamento che le maestre Maria Luisa e Gina hanno saputo tenere tra noi e loro.
Nel modo più stringente ma al contempo composto, ragazze e ragazzi di ambedue le classi hanno più volte subissato di domande la prof Venturoli, interrompendola spesso mentre lei era intenta a spiegare ed a proiettare foto e testi che avevano la funzione di "accompagnare" con delicatezza questi piccoli studenti dentro un percorso di storia costellato di disegni oscuri, omicidi, violenza e stragi. Ma Cinzia la conosciamo bene, con la sua illimitata pazienza e bravura li ha aspettati, aiutati a capire, ha spiegato con quella semplicità che è una delle sue virtù momenti cruenti della storia e comportamenti ingiusti e violenti di personaggi che quella storia hanno voluto rendere tragica.
E così hanno capito come avviane che persone innocenti perdano la vita per il volere criminale di chi non ha portato rispetto ad una Costituzione ed alle istituzioni democratiche conquistate con lotte e sacrifici di tante donne ed uomini. Il fascismo ed il neofascismo, la strage del 2 agosto 1980, le vittime ed i soccorritori hanno stimolato le loro tante domande rivolte a Cinzia ma anche a me che lì, vicino a loro, raccontavo come ci si comporta quando si vive una situazione di dolore che richiede una risposta immediata. Una risposta fatta di mani che scavavano ed aiutavano ed anche di un autobus che portava lontano, via da quella montagna di pietre, quei poveri corpi che la violenza di delinquenti aveva seppellito senza ragione.
"Perchè dare tanto dolore a persone che non avevano fatto niente?" Lo ha chiesto un bambino, con la sua timida voce, una domanda sicuramente condivisa dagli altri suoi compagni a cui Cinzia ha saputo dare la giusta e semplice risposta.
Lasciare quelle classi non è stato facile, non lo è mai! Li avevamo intorno, ancora pieni di domande da fare e cose da imparare con quel loro allegro vociare, salutandoci prima di immergersi in altre materie di studio, altre ore dedicate ad altri argomenti, importanti ed essenziali per la loro cultura così come importanti ed essenziali siamo certi - Cinzia ed io - che lo sono state anche le ore trascorse a parlare di una strage, di una stazione, di una bomba, di umanità e solidarietà, di un autobus....
Loro hanno il diritto di sapere e noi abbiamo l'obbligo di aiutarli a conoscere anche questo pezzo di storia.
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