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giovedì 6 febbraio 2025

STUDENTI MODENESI A BOLOGNA: COME IL RACCONTO DELLA STRAGE DIVENTA EMPATIA

    Accade a volte che un imprevisto, un appuntamento che si protrae oltre l'orario programmato, un blocco stradale o chissà quale altro accidente possa trasformarsi in un momento positivo, di crescita e di ulteriori conoscenze che arricchiscono chi vi si trova coinvolto. Proprio ciò che è accaduto a me nella giornata di martedì 4 febbraio. 

   Erano in programma - a Bologna - due incontri con studenti di Modena. Nella mattinata con la 5aH dell'Istituto Superiore "Venturi" mentre nel pomeriggio avremmo dovuto incontrare gli studenti della 5aE e della 5aH del Liceo "Sigonio", pure loro provenienti da Modena. Tema degli incontri: la Strage alla stazione di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980.

   La mia presenza come testimone affiancava le lezioni delle nostre due storiche ROSSELLA ROPA (al mattino) e CINZIA VENTUROLI (nel pomeriggio). Con entrambe c'è ormai una sinergia che rende sempre piacevole e altamente istruttivo (per me!) ogni nostro incontro e che si traduce sempre in una esperienza che lascia nei ragazzi che incontriamo un arricchimento didattico ed anche umano che la particolarità della storia e degli avvenimenti che vengono loro spiegati dalle docenti e dal testimone della giornata imprime nella loro memoria e li rende consapevoli di aver appreso un pezzo di verità non facilmente reperibile sui libri di studio o nei loro programmi. Il racconto del 2 agosto 1980 diventa così una finestra che si apre nella loro mente e li fa riflettere su argomenti complessi e lontani nel tempo ma non per questo tali da dove essere trascurati e/o dimenticati.

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   Con le studentesse e gli studenti del "Venturi" l'appuntamento era per le 9 davanti a quel muro giallo che delinea l'ala della stazione di Bologna distrutta dall'esplosione di quarantaquattro anni fa. La loro ineccepibile puntualità ha però dovuto fare i conti con l'inconveniente....stradale accaduto a Rossella: un blocco del traffico che ha reso impossibile alla nostra docente di storia l'arrivo in stazione all'orario programmato. Cosa fare? Beh, dopo un rapido consulto telefonico non restava che nominare sul campo un improvvisato ed inadatto "docente momentaneo": il sottoscritto! Ed è così che i ragazzi modenesi, accompagnati dalla prof. Maria Carolina Capucci e da una sua collega, si sono radunati intorno a me ascoltando la mia ricostruzione di ciò che accadde in quel luogo alle ore 10.25 della mattina del 2 agosto 1980. L'ho fatto facendo loro osservare i particolari esistenti su quel muro della memoria: targhe a monito rivolte ai giovani, uno squarcio nel muro, un colore che distingue quel pezzo di stazione dal resto e poi che cosa e chi c'era lì quella mattina, quel treno fermo, quei corpi dentro e fuori di esso, quel lungo pezzo di pensilina e di muro collassati su persone inermi ed innocenti, piccole storie di chi fu vittima di quella brutale violenza.

   E quando - all'interno della sala d'aspetto - stavo spiegando altre storie di vite stroncate prendendo spunto da quella lunga lista di nomi e di anni dopo aver fatto osservare quello strano pezzo di pavimento dove la bomba esplose....ecco sopraggiungere trafelata la nostra Rossella! E così, dismesso quel mio improvvisato ruolo di "storico", ho ceduto ben volentieri la parola alla vera docente che ha ultimato quella nostra prima parte dell'incontro in stazione per poi incamminarci tutti verso la grande sala del Comune di Bologna dove sarebbe proseguito il racconto di quanto avvenne in quel periodo storico che troppo semplicisticamente chiamiamo "gli anni del terrorismo". Rossella è stata brava nel recuperare quel momento d'incontro sospeso, causato da un imprevisto, e la sua lezione è stata seguita con interesse sia prima che dopo la mia testimonianza.

   Già, perchè anch'io ho portato a questi ragazzi il ricordo di quella giornata drammatica. Un racconto - il mio - fatto di momenti indimenticabili e di emozioni incancellabili. La storia di tanta gente che si trasformò in soccorritori, le indimenticabili azioni di tanti "professionisti del soccorso", medici, Vigili del Fuoco, infermieri e organizzatori dell'aiuto alle famiglie distrutte, la dedizione di una intera città, della sua gente giovane e non solo, di donne ed uomini di ogni ceto sociale e di sconosciuti mestieri che si ribellò all'ingiustizia e restituì umanità a tanti gesti e comportamenti. Fu fatto anche usando quell'autobus che trasportò corpi senza vita perchè divenne indispensabile salvare vite lasciando ambulanze per chi ancora poteva essere salvato.

   Hanno ascoltato in silenzio. Qualche loro espressione ha tradito anche la loro emozione così come era ben visibile sul mio viso, mentre raccontavo. E' finita così, con i loro saluti, con i loro abbracci, con la nostra soddisfazione di aver lasciato in loro - ragazzi della 5aH del Venturi - qualcosa che non verrà dimenticato.

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   La 5aE e la 5aH del Liceo modenese "Sigonio" sapevano già che alle 14, in stazione a Bologna, avrebbero trovato ad attenderli non Cinzia Venturoli ma il sottoscritto, un imprevedibile ed improvvisato narratore di storia a cui è stato affidato il compito di far guadagnare tempo alla nostra amata storica che doveva arrivare da altro luogo e da altro appuntamento di lavoro!

   E come improvvisato ed imprevedibile intrattenitore, con la compiacenza di ragazze e ragazzi (che al Sigonio studiano Scienze Umane e Scienze Economiche) e della prof Piccinini, coadiuvata da un'altra sua collega, che li ha portati fin quì, ho dato inizio - come già avevo fatto al mattino - a quel racconto di come un luogo così affollato e popolare della città sia potuto diventare luogo di sofferenza e di tragedia per una città e per tanta popolazione. Il racconto dell'esplosione, dell'edeificio devastato dalla bomba, l'accenno a qualche storia di uomini e donne uccise dalla violenza dei terroristi neofascisti, la spiegazione del significato delle targhe e poi della interminabile lista di nomi e numeri, ciò che la strage ha prodotto......finchè la figura rassicurante di Cinzia non ha fatto il suo ingresso in stazione ed allora anche il mio sospiro di sollievo ha potuto essere liberato! A lei la parola, a lei che lo sa fare!

   E le parole di Cinzia Venturoli, docente di storia, aprono sempre dei profondi solchi nella conoscenza degli studenti. Solchi nei quali vengono depositati i semi della cultura che Cinzia fa cadere e che producono intelligenza, conoscenza, empatia e consapevolezza che quanto avvenne il 2 agosto 1980 è materia sì scolastica da non dimenticare ma anche storia di esseri umani colpiti ingiustamente da una assurda violenza voluta ed organizzata da terroristi dei NAR con la complicità di uomini ed apparati dello Stato. Ed agli studenti - estremamente partecipanti e coinvolti nell'ascolto, con quel loro silenzio che parlava, con quei loro volti segnati anche dalle parole che trasmettevano emozione - è stato anche raccontato di come le persone che ci circondano ogni giorno, anonimamente, possono trasformarsi in coloro che accorrono, che soccorrono, che reagiscono all'ingiustizia, persone che si uniscono ad altre persone, chi non sapeva di poter essere utile mettendosi al fianco di coloro che utili lo sono sempre perchè è il loro mestiere farlo! Persone che hanno fatto di tutto, anche alla guida di quel 37 indimenticabile, e segnato la storia di una città estremamente umana per ciò che ha trasmesso anche ai giovani di oggi, che allora non potevano essere tra di noi. 

   La mia testimonianza può averli aiutati a capire questo? Lo spero. Ho intravisto negli sguardi di queste ragazze e dei ragazzi del Sigonio,nei loro abbracci di saluto, nell'arrivederci lanciatoci dalle professoresse, questo messaggio silenzioso. Certo è che aver al proprio fianco, mentre le parole faticano ad uscire, persone come Cinzia che ti danno rassicurazione, è quella forza che serve a proseguire questo lungo cammino che è prezioso ai giovani  ma anche a noi stessi...non più giovani!

   

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