Si è concluso ieri il percorso formativo che ha visto la docente di Storia CINZIA VENTUROLI presente nelle quinte classi dell'I.I.S. "Piercrescenzi" di Bologna in più occasioni, nel corso di questi primi mesi dell'anno scolastico 2024-2025.
La professoressa Venturoli ha coordinato, avvalendosi della collaborazione del personale e dei professori del Piercrescenzi, i suoi incontri con gli studenti di questo Istituto insegnando loro uno dei momenti più importanti ma anche più tragici della nostra storia recente: gli anni del terrorismo, gli anni che intercorrono tra i primi decenni del secondo dopoguerra e la fine degli anni '80. Li chiamano "gli anni di piombo" ma lei preferisce chiamarli "anni affollati" in quanto non solo di terrore si trattò ma anche di grandi e partecipate lotte popolari, migliaia di iniziative di carattere politico, sindacale, culturale, lavoratori e studenti ed anche intellettuali mobilitati per cambiare le cose che non andavano in questo paese, allargare le maglie della democrazia rivendicando diritti e riforme, dignità nel lavoro e nella vita. Insomma, tutto quello che a volte troppo velocemente rinchiudiamo in quel contenitore che chiamiamo "il '68" (ma non solo)!
Ed in tutto questo contesto la prof Venturoli ha ancora una volta avuto un riguardo particolare nel portare cultura e conoscenza ai suoi studenti perchè ha saputo attirare la loro attenzione su quella giornata di sangue che il 2 agosto 1980 colpì Bologna ed assestò un colpo tremendo all'assetto democratico dell'Italia: la strage alla stazione che provocò la morte di 85 innocenti e ferì oltre 200 persone. Lo ha fatto, in occasione di ogni incontro con gli studenti, sia con la sua grande conoscenza di questa materia, sia avvalendosi delle immagini che diventano importanti per avvicinare momenti della storia così lontani. Ed allora il suo racconto si è snodato attraverso la storia di eventi, di personaggi, di trame occulte, di deviazioni nel percorso istituzionale di importanti apparati della Repubblica, idee reazionarie ed azioni di matrice neofascista che sfociarono nella più grande strage del secondo dopoguerra ma che a Bologna trovarono anche una risposta pronta e democratica, umana ed allo stesso tempo politica, la volontà di tantissime persone di ribellarsi all'ingiusto e rimanere dalla parte della ragione attraverso mille gesti di aiuto e solidarietà.
Ed in queste fasi finali delle sue lezioni Cinzia Venturoli ha sempre voluto al suo fianco coloro che quel giorno erano in Stazione perchè coinvolti loro stessi, i loro corpi, in ciò che provocò l'esplosione della bomba, feriti e/o famigliari di vittime innocenti ma anche altri che scelsero di portare aiuto, di soccorrere mescolandosi a tanti uomini, donne, giovani e non solo che per ore si prodigarono per dare un segnale forte di affetto, solidarietà e risposta ad una violenza inaudita. E la mia grande fortuna è stata quella di aver potuto far parte di questa rappresentanza di testimoni che sono stati in mezzo a questi giovani ed ora l'ho raccontato a queste classi incontrate nell'aula magna o nella Biblioteca del Piercrescenzi. La storia di quel mio prezioso amico autobus della linea 37....
Tanti incontri, tanta memoria, tanto silenzio mescolato all'emozione di riaprire quei cassetti che contengono i nostri ricordi di allora e che è giusto vengano offerti a loro, agli studenti, a quelli del Piercrescenzi perchè comprendano l'importanza di quella storia che la nostra prof - che merita tutto il mio affettuoso ringraziamento - ha saputo aggiungere a programmi scolastici ed a testi di studio che spesso sorvolano - o meglio, evitano - una pagina della nostra fragile democrazia. Da non dimenticare, invece, mai!
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In chiusura voglio mandare un saluto caro ed affettuoso a chi non insegna più ma che al Piercrescenzi ha lasciato impresso un ricordo indelebile, di capacità professionale e di grande umanità e dignità: la prof MARIA CRISTINA LIBERATORE che ieri, pochi minuti prima di entrare , ho incontrato casualmente. Ma forse non c'è mai nulla di casuale nel riabbracciare una persona che tanto ha dato per i suoi ragazzi...ed anche per noi che ragazzi non siamo più.
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