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mercoledì 20 novembre 2024

OPERAZIONE BOLOGNA. A MEDICINA

   La Sala Auditorium di Medicina ha fatto ieri da cornice ad una bella serata in cui il protagonista è stato un libro. 

   Non un libro qualunque ma il libro che meglio ci porta a capire i meccanismi, i personaggi, la storia e le motivazioni che stanno dietro alla più grande strage avvenuta in Italia dal dopoguerra: la Strage del 2 agosto 1980 alla Stazione di Bologna.

   Partendo dalle sentenze degli ultimi processi , quelle che hanno  riconosciuto il ruolo di mandanti  e depistatori in alcune figure emblematiche dei Servizi dello Stato, dell'informazione e dell'operato della  Loggia segreta massonica P2, processi che hanno riconosciuto come esecutori materiali della strage molti volti dell'eversione nera e come organizzatrice di essa stessa i Nar , il libro che è stato presentato alla cittadinanza "è il racconto di ciò che accadde in quella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso". 

    Le due autrici del libro - Antonella Beccaria e Cinzia Venturoli - illustrando ai numerosi cittadini venuti ad ascoltare le ricostruzioni storiche di fatti e personaggi che hanno "affollato" gli anni cruciali di un periodo storico che difficilmente verrà dimenticato, ci hanno accompagnato "dentro"  le pagine di "Operazione Bologna" risvegliando in tanti di noi ricordi non solo di momenti tragici e dolorosi di cui siamo stati testimoni ma anche anni di grande conflittualità sociale e politica. La voglia di cambiare in meglio una società e di dare a questo paese un indirizzo democratico che si fondasse sulla partecipazione dei lavoratori , sui loro diritti, ascoltando i giovani, le donne e dando valore alle motivazioni del conflitto sociale che in quegli anni della seconda metà del secolo scorso fu protagonista delle nostre vicende. 

    E proprio questo fece scattare la risposta eversiva di coloro che vollero fermare questo fermento democratico. Lo fecero dando vita ad organizzazioni che si richiamavano al fascismo e che nel loro progetto criminale prevedeva l'attuazione di attentati, uccisioni, stragi. Il tutto con l'intento di incutere paura e costringere gli organi di questo Stato - organi che al loro interno ospitavano personaggi che si fecero complici di questa strategia - ad attuare una limitazione della libertà, cambiando in tal modo l'indirizzo stesso delle nostre Istituzioni.

    Cinzia ed Antonella, stimolate dalla  introduzione fatta dal Presidente dell'Anpi di Medicina e dal saluto di Dilva Fava, vice-Sindaca di Medicina, confortate anche dalla presenza in sala di Paolo, Marina, Roberta e Morena venuti fin quì per portare la loro attiva sensibilità di appartenenti all'Associazione tra i Famigliari delle vittime della Strage del 2 agosto, hanno ampiamente illustrato il contenuto della loro ricerca storica, parlando non solo della strage del 2 agosto 1980 e dei processi passati ed ancora in corso ma anche ricostruendo avvenimenti che hanno risvegliato in tutti i presenti una grande attenzione ed anche molta voglia di saperne di più. Ne sono state testimoni le numerose domande che sono seguite alla fine dei loro interventi. Domande e curiosità che - come loro stesse hanno detto - richiederebbero altre occasioni di incontro.

                                                                  


    E' stata indubbiamente una serata importante perchè parlare di questi argomenti in uno dei momenti meno luminosi del nostro paese diventa modo per coinvolgere altri e far capire l'importanza di continuare a partecipare, non restare indifferenti e sentirsi protagonisti del diritto di conoscere verità taciute ed avere quella giustizia non ancora riconosciuta a chi ha subito le più atroci ingiustizie di cui conserverà per sempre un dolore incancellabile.

Operazione Bologna 1975-1980: l’inarrestabile onda della strategia della tensione – Castelvecchi Editore

sabato 16 novembre 2024

BOLOGNA CHIAMA, IMOLA RISPONDE...

  Passano i giorni, gli impegni sono sempre tanti, i propositi non sempre vengono rispettati, la puntualità a volte non viene rispettata ma dimenticare qualcosa di importante no, quello cerco di non farlo!

   E mi pare assolutamente importante scrivere di quell'appuntamento che giovedì pomeriggio (era il 14 novembre) mi ha dato la possibilità di incontrare studentesse e studenti della mia città, di Imola, recatisi a Bologna per due momenti...di studio: una visita al museo di Ustica ed un pomeriggio di storia e di storie ovvero l'incontro con chi - la docente Rossella Ropa ed io - ha spiegato loro la storia della Strage del 2 agosto 1980 ed era tra i tanti soccorritori di cui ha voluto parlarne portando la propria testimonianza.

   Una quarantina di ragazze e ragazzi, una bella gioventù, le due classi 5aN e 5aH, giovani che studiano informatica (una parte) e Diplomazia Internazionale (l'altra parte). Tutti provenienti dall'IIS "Paolini-Cassiano" di Imola, uno dei fiori all'occhiello nella formazione culturale e professionale della gioventù imolese pur sapendo che i tempi non sono tra i migliori per quanto riguarda le prospettive future di questa generazione di italiani.

   Le loro quattro professoresse - Chiara Billi, Claudia Gubellini, Fiorenza Bovina e Chiara Castellari) - penso stiano facendo un ottimo lavoro, lo deduco dal rispetto che gli studenti portano loro ma anche perchè le conosco avendole già incontrate in altre occasioni, con altri ragazzi ma sempre per aiutarli a riflettere su questa triste storia dell'attentato che provocò 85 vittime e 216 feriti.

   La grande - e fredda! - sala che ci ospita nei piani alti del Palazzo del Podestà, a Bologna, ci ha permesso di entrare in sintonia, noi e loro, ritornando, con il racconto ma anche con l'emozione che la memoria puntualmente fa emergere, a quanto accadde in Stazione quel sabato di 44 anni fa, attraverso la ricostruzione storica fatta da Rossella ed, in seguito, con il ricordo di quanto seppe fare la gente di una città, senza distinzione alcuna, mescolando giovani, uomini donne, lavoratori e volontari, rappresentanti di enti ed istituzioni, operai usciti dalle fabbriche, professionisti del soccorso e gente inesperta ma pronta a fare la propria parte per aiutare, soccorrere, reagire. Anche con gli autobus, anche con quel "37" che accompagnò poveri corpi nel loro ultimo e tragico tragitto.

   Questi nostri giovani, i miei concittadini imolesi in questo caso, non possono sapere chi erano i personaggi che oggi sappiamo essere tra quelli che hanno pianificato, organizzato e realizzato quella strage. Loro non c'erano ai tempi in cui la strage avvenne! Non sanno, anche perchè i nostri programmi scolastici non li aiutano a sapere e se qualcosa imparano lo devono all'encomiabile impegno di professoresse e professori che compiono fino in fondo il loro lavoro. Proprio come le docenti che oggi erano con noi, ed hanno coadiuvato il lavoro di spiegazione di quei lontani fatti della storia che proprio Rossella Ropa aveva il compito di ricostruire e che con pacatezza e professionalità ha fatto, di fronte a quei ragazzi attenti e coinvolti. 

   La "passeggiata" lungo via Indipendenza e poi - una volta giunti in Stazione - quel passaggio davanti a lapidi, luoghi ed oggetti che ricordano l'attentato fascista del 2 agosto 1980, la sosta davanti a quell'interminabile elenco di vittime ed a quel punto del pavimento dove la bomba esplose e  poi le ultime parti del racconto storico di Rossella hanno chiuso il nostro incontro. Ora è tempo di bilanci e loro avranno tempo e modo per farlo nelle classi, con le loro professoresse.

   Saremo riusciti a lasciare qualcosa di utile? Credo e spero di sì ed i segnali per capire che il nostro è stato un incontro positivo l'ho avuto anche su quel treno che ci ha riportati a casa, a Imola. I giovani di questa città hanno risposto con intelligenza e partecipazione alla chiamata di Bologna!

   

venerdì 15 novembre 2024

MA NON E' (SOLO) VANDALISMO!

    Dal 2020 molti di coloro che passano da Piazza Medaglie d'Oro, la piazza antistante la Stazione Centrale "2 agosto 1980" di Bologna, avranno sicuramente notato le fotografie in bianco e nero che adornano le fermate degli autobus e che raffigurano parte delle 85 vittime della strage compiuta dai terroristi dei Nar sabato 2 agosto 1980.

   Queste foto - incomplete - che ricordano le vittime di quel feroce attentato, sono per tutti noi cittadini ed in particolare per i famigliari che fanno parte dell'Associazione che li rappresenta e che dal 1981 ne porta avanti l'impegno affinchè si arrivi alla verità completa ed alla giustizia dovuta, rappresentano un monito a non dimenticare ed a continuare a mantenere viva la memoria su una giornata di grande dolore ma anche di forte risposta. Una risposta che accomunò gente semplice ed istituzioni, professionisti del soccorso e volontari , uomini e donne, giovani, lavoratori e studenti, persone di ogni fede e di formazione culturale ed ideale tra di loro diversi. Ma tutti lì, in quel luogo per portare aiuto e solidarietà.

   Quelle foto, così importanti per noi, evidentemente a qualcuno danno fastidio.

   Sì, è vero che l'arte di imbrattare muri, vetri, oggetti, perfino treni, è ormai cosa dalla quale non si salva più nessuno. Ed è grave che questo stia entrando nelle nostre abitudini, cioè ritenere normale che avvenga. Ma è ancor più grave se questo mutismo che sempre più fa presa su di noi copre gesti che vanno non solo respinti, non solo condannati ma anche perseguiti.

   Le fotografie delle vittime della strage presenti nei pannelli che sono affissi alle fermate della stazione di Bologna sono già state fatte a segno di gesti di rivoltante disprezzo. Nel febbraio scorso è già avvenuto e cittadini e famigliari delle vittime lo hanno denunciato con forza rendendo di pubblico dominio questo oltraggio.

   Ieri, transitando davanti ad una delle pensiline, ancora una volta abbiamo dovuto prendere atto che sono proprio queste foto che danno fastidio a qualcuno. Perchè dico questo? Semplicemente perchè lo spazio alternativo dove dar sfogo a queste assurde idiozie non sarebbe mancato ma l'autore -o gli autori - di tale sfregio HANNO VOLUTAMENTE SCRITTO LE LORO PORCHERIE SOPRA QUELLE FOTO, lasciando tutto il restante spazio vuoto e pulito.

   Ancora una volta provvederemo a pulire ciò che mani stupide, incivili , delinquenziali hanno lasciato ma ancora una volta mi vien da dire che chi è preposto a mantenere il decoro di quei piccoli ma importanti luoghi di memoria deve far meglio il proprio dovere. Ed aggiungo che è urgente pensare che il ricordo -attraverso le immagini - NON può essere parziale: o ci sono tutte le fotografie delle 85 vittime da ricordare oppure dobbiamo renderci conto che si fa un torto alla memoria di chi non è lì tra di loro. 

   E, per finire, faccio rilevare che chi ha imbrattato quelle immagini delle vittime, proprio perchè ha lasciato un segno su quei volti, non può essere considerato solo un qualunquista, un piccolo delinquente o un menefreghista del decoro degli spazi pubblici. Per me è anche qualcuno che lascia un segnale di fiancheggiamento ideale con coloro che pensano ancora di poter rovesciare l'indirizzo democratico di questo paese, offendendo vittime di un terrorismo fascista che viene aiutato a rimanere a galla e scrivendo frasi in quel colore NERO che probabilmente è a loro così affine! 

lunedì 11 novembre 2024

PER DIRE ANCORA NO AL FASCISMO!

   Una sala gremita di persone  ha fatto da testimone alla presentazione del libro "Linea 37", sabato scorso ad Ozzano Emilia.

   A volere questo appuntamento è stata Antonella Colombi, già narratrice del "Cantiere 2 agosto" ed attiva sostenitrice di tante iniziative legate all'arricchimento culturale che ne deriva dal far conoscere i libri, ed alla locale sezione dell'Anpi che a Ozzano si fa frequentemente promotore di incontri ognuno dei quali è sempre affine alla divulgazione dei valori di Pace ed antifascismo.

   Il libro, scritto recentemente da Fabio Franci, vuole essere - nelle intenzioni del suo autore - un ricordo, la memoria trasformata in parole, di quanto accadde a Bologna il 2 agosto 1980 ma raccontata attraverso il protagonismo non di persone ma di oggetti che quel giorno furono testimoni diretti di quella indimenticabile tragedia che fù la strage alla stazione avvenuta alle 10.25 e che causò 85 vittime ed oltre 200 feriti. Ed infatti il libro ci fa conoscere i momenti drammatici di quel giorno attraverso gli "occhi" di un autobus, di un quadro, di un taxi e di un orologio le cui lancette sono perennemente ferme all'orario in cui avvenne lo scoppio della bomba.

   "Linea 37", il titolo del libro, è riferito direttamente a quell'autobus usato per accompagnare per l'ultima volta i corpi delle vittime agli obitori cittadini ma che fino a qualche minuto prima della strage faceva servizio sulla linea 37 del trasporto pubblico della città di Bologna.

                                        
A presentare, moderare, leggere brani del libro ed arricchire di testimonianze la serata c'erano - oltre all'autore Fabio Franci - la storica Cinzia Venturoli, la vice-presidente dell'Associazione tra i Famigliari delle vittime Sonia Zanotti che quel giorno rimase gravemente ferita nello scoppio della bomba, Antonella Colombi che ha creato una atmosfera di grande condivisione leggendo alcune pagine del libro ed il sottoscritto in qualità di ex autista di quell'autobus del quale ho cercato di parlare trasmettendo in coloro che ascoltavano il significato di quel gesto e l'emozione che ancora si risveglia in noi pensando a quel giorno.

   E' stato un pomeriggio all'insegna di un impegno che continua a ricordare fatti e personaggi ancora determinati a voler far riemergere la violenza fascista nel nostro paese attraverso il terrore ed è stato un messaggio che - tutti - abbiamo lanciato con forza anche per aiutare quei 20 ragazze e ragazzi dell'Arciragazzi che da Bolzano, Trento e dalle valli altoatesine hanno voluto approfittare della presentazione di questo libro per venire fin quì ad ascoltare "la storia" e le storie, soprattutto grazie al prezioso ed insostituibile apporto culturale che la presenza di Cinzia Venturoli è sempre in grado di portare. A loro abbiamo anche aperto una riflessione su ciò che può fare una comunità di persone che, di fronte ad una tale violenza, reagisce e compie il proprio dovere umano e civico.

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   La giornata - è importante ricordarlo - era iniziata nella città di Bologna, proprio davanti a quella interminabile sequenza di fotografie che ricordano il sacrificio di tanti partigiani, fotografie che da decenni "ornano" il muro del Palazzo Comunale e che sabato mattina sono diventate il luogo davanti al quale si sono raccolte molte centinaia di donne, uomini, giovani e persone dai capelli bianchi. Una presenza, un presidio organizzato dall'Anpi cittadino per rispondere alla provocazione dei gruppuscoli neo-fascisti di Casa Pound ai quali è stata immotivatamente concessa dal Prefetto l'autorizzazione a tenere - a pochi passi dalla stazione ed a pochi passi da quelle lapidi che ricordano il vile attentato del 2 agosto 1980 - uno dei loro raduni dando così spazio al rischio (poi realizzatosi) di gravi incidenti e scontri con le forze dell'ordine.

              (nella foto Paolo Lambertini, vice presidente Ass. Famigliari  Vittime 2 agosto)

   Quella nostra presenza non li ha fermati, non ne ha impedito il raduno ma è ugualmente importante essere stati lì, per ribadire che Bologna non si arrende e testimonia il suo essere città antifascista e partigiana!

venerdì 1 novembre 2024

LA GENTE BUONA ESISTE

 La gente buona esiste.



E' la gente semplice, i giovani, uomini e donne, ragazze e ragazzi, spagnoli e non solo, gente che viene da ovunque, gente che arriva con pochi mezzi ma con una grande volontà, quella di aiutare, quella di portare conforto, quella gente che aiuta a sconfiggere la solitudine, l'abbandono e l'incuria anche di società che si preoccupano ingiustamente di quello che non è il diritto alla vita, trascurando i bisogni di interi popoli.

Lo vediamo a Valencia come lo abbiamo visto in Italia, nella nostra Romagna.

Questi volonterosi, questi volontari lanciano un messaggio e non so chi lo raccoglierà, tutto potrà apparire come immagini da rilanciare sui social, sui media. Eppure quel messaggio c'è: dice che il diritto alla vita deve avere la precedenza nei progetti di chi amministra regioni, città, paesi. Il diritto di sapersi al sicuro, nelle case, sulla propria terra. Il diritto di veder spese risorse grandi non per armi o guerre ma per il futuro della gente che vuole vivere, lavorare, pensare al futuro.

Le immagini che vengono da Valencia sono tremende. L'accorrere di tanta gente armata di buona volontà è la grande forza che può fare la differenza. Questa forza è orgoglio e chi non "la vede" è complice di un disastro scatenato non solo da una natura che si ribella ma dal comportamento di uomini che commettono un crimine.

domenica 27 ottobre 2024

TRE OCCASIONI PER RICORDARE LA STRAGE DI BOLOGNA

    Nel volgere di una decina di giorni, ci sono stati alcuni momenti importanti che nella città di Bologna hanno ancora una volta offerto la possibilità di confrontarsi con la storia ed in particolare con la memoria, con i ricordi di quanto avvenne il 2 agosto 1980. Voglio quì brevemente raccontarli perchè mi pare giusto abbiano la considerazione che meritano.

   La prima occasione è stata offerta dalla celebrazione dei primi 50 anni di vita della rivista "Nuovo Informatore", la rivista che è testimone da tanto tempo della vita e dell'impegno dei lavoratori e dei soci del Circolo "G. Dozza" della Tper (in precedenza Atc ed Atm ancora prima!). E' la rivista dei tramvieri, di quelli che passano la vita al volante degli autobus, delle corriere o che lavorano nelle officine e negli uffici di quella  azienda che gestisce il trasporto pubblico dentro e fuori  la città di Bologna. E' la rivista che da cinquant'anni è testimone del tempo che passa, dei cambiamenti, delle problematiche che insorgono e cerca di raccontarne le storie, i fatti, i personaggi.

   Ebbene, tra il 18 ed il 22 ottobre scorsi, nei locali della Galleria "Il Punto" a ridosso degli uffici  che ne ospitano le attività, i massimi dirigenti del Circolo Dozza, i rappresentanti della Tper, il Direttore della rivista, i collaboratori ed anche lavoratori e cittadini venuti per assistere all'evento, sono stati protagonisti di un momento emozionante: l'inaugurazione e la chiusura di una mostra che - attraverso l'esposizione di molte copertine dell'Informatore - ha voluto testimoniare l'attivismo di questo organo tenuto in vita per tutto questo tempo dall'impegno dei tanti soci che organizzano e gestiscono le attività delle sezioni sportive e che proprio sulle pagine della rivista ne rendono testimonianza all'intera città di Bologna. Una rivista che segue sì le attività ricreative  dei dipendenti ma che non ha mai mancato di offrire il suo punto di vista sui grandi temi di carattere nazionale ed internazionale, a volte anche a spese di polemiche e di qualche contrapposizione, cosa che - d'altronde - è normale quando sono tante le idee che si confrontano.

   E, tra le tante copertine esposte nei giorni della mostra, c'erano anche quelle che ricordavano l'impegno dei tramvieri in quel drammatico sabato del 2 agosto 1980 e poi  - negli anni succesivi - le tante occasioni di memoria tenuta in vita in tanti modi . Un ricordo che Marco Tarozzi - attuale Direttore della rivista - ha ben illustrato nel corso del suo intervento inaugurale ed anche il giorno della chiusura dell'evento, dando risalto ad alcuni momenti significativi che nel corso degli anni hanno visto tutti noi dipendenti e soci testimoni della volontà di non dimenticare la strage alla Stazione e rimanere al fianco delle Istituzioni cittadine, dell'Associazione tra i Famigliari delle Vittime finchè giustizia e verità non siano realizzate fino in fondo.

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   "Siamo tutti bolognesi". Così ha detto, mercoledì 23 ottobre, la storica Cinzia Venturoli nell'accogliere le matricole che si apprestano ad iniziare l'anno accademico frequentando i corsi della Facoltà di "Scienze della Formazione". Una frase il cui significato è riconducibile al grande impegno di tutti i bolognesi  (e non solo) nella giornata del 2 agosto 1980 . Un invito a non dimenticare cosa seppe fare una città quel giorno ed i giorni, mesi ed anni successivi. Un invito a riflettere che si è protratto durante tutto il percorso che - insieme, prendendo spunto da una iniziativa inserita nell'ambito dell'Alma Mater Fest - abbiamo lentamente compiuto partendo dall'estremità di via Irnerio, dove si trova la Facoltà, soffermandoci davanti a quell'edificio dove il 2 agosto 1980 fermavo quell'autobus della Linea 37 che proveniva dalle macerie della Stazione e accompagnava lì, in quel  triste luogo, i poveri corpi delle persone  uccise dalla violenza terrorista dei neo-fascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Un racconto - il mio - fatto davanti a quegli studenti che non possono conoscere i particolari di quel giorno  ma che raccontati da un testimone, insieme all'esposizione di tutta la parte storica  che così bene ha saputo  fare la prof. Venturoli, li ha sicuramente aiutati a capire la reazione di tanta gente, la tanta umanità e solidarietà che ne è stata il motore.

   Con queste ragazze e ragazzi la sosta era quasi d'obbligo anche in quel tratto di portico di via Mascarella dove sono visibili le tracce di quanto accadde l'11 marzo 1977: l'uccisione dello studente Francesco Lorusso per mano di un carabiniere, dopo gli scontri tra gruppi studenteschi e poi con le forze dell'ordine. E quando siamo arrivati in Stazione, quel fermarsi davanti ai luoghi della memoria, davanti a quelle targhe dopo aver osservato un orologio fermo alle 10.25, dopo aver ascoltato storie delle vittime che Cinzia Venturoli sà così bene raccontare, con empatia e passione, e dopo aver ascoltato anche la mia testimonianza, il racconto di uno tra i tanti soccorritori, l'emozione ha coinvolto un po' tutti, ognuno è ritornato o andato là, al ricordo di un giorno di dolore ma anche di orgogliosa risposta. Il 2 agosto 1980 anche in questo modo, per i giovani ma non solo per loro!

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   E ieri, sabato 26 ottobre è stato un "trekking della memoria"  ad offrirci la possibilità di ritornare ancora con  i ricordi a quel 2 agosto di 44 anni fa!

   Un trekking organizzato dall'Associazione  Culturale Youkali, sedici persone di varia età, con Cinzia Venturoli nel ruolo che più le aggrada: guida storica che ci ha accompagnati tutti attraverso gli anni della storia di Bologna illustrati dalle lapidi, dalle parole e tracce scolpite sui muri, partendo dal cortile di Palazzo d'Accursio per ricordare gli aventi che nel  novembre 1920 sfociarono nell'aggressione fascista avvenuta durante la seduta consigliare che causò scontri in cui persero la vita oltre una decina di persone. E poi via, davanti a quell'infinita esposizione delle fotografie partigiane dove la nostra storica ha raccontato i momenti salienti della guerra partigiana e del sacrificio di tanti bolognesi.

   La piazzetta dedicata al giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle BR nel  marzo 2002, è stata l'occasione per iniziare una riflessione sugli anni a noi più vicini ed anche la sosta davanti  al muro dove perse la vita Francesco Lorusso, studente di Lotta Continua ucciso da un carabinieri l'11 marzo 1977, è servita a Cinzia Venturoli per raccontare i giorni non solo di un grave fatto di sangue ma anche di momenti di estrema frattura tra un mondo giovanile in fermento ed una parte politica della città che non ne seppe o non ne volle interpretare i bisogni.

   In Stazione, in quella sala d'aspetto dove l'interminabile lista di nomi delle vittime della strage avvenuta il 2 agosto 1980 diventa sempre un raccoglitore di emozione e di domande alle quali si chiedono risposte, prima Cinzia e poi io abbiamo illustrato a chi ci ascoltava ciò che accadde. La storia e la memoria di un giorno tragico ed importante. Nelle mie parole il comportamento della gente di quel giorno, il pianto e la reazione di chi non volle stare al gioco dei terroristi dei NAR, l'impegno su quella montagna di macerie a scavare, aiutare, soccorrere e confortare ed io alla guida di un autobus per quell'ultimo viaggio di tanti corpi straziati verso quegli obitori dove parenti ed amici distrutti li attendevano per l'ultima volta. La storia di quel "37"  continua ad emozionare, non solo chi ascolta ma anche chi la racconta.

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   Ecco, queste righe per descrivere momenti da non dimenticare. Per non dimenticare tante storie, una delle quali continua ad essere quella di una città colpita ma non vinta, in quel sabato 2 agosto 1980.

lunedì 7 ottobre 2024

SENZA PAROLE.....

 



              Le parole non servono, basta osservare per rendersi conto di                        chi sta commettendo un crimine contro l'umanità!



OPERAZIONE BOLOGNA. A MEDICINA

   La Sala Auditorium di Medicina ha fatto ieri da cornice ad una bella serata in cui il protagonista è stato un libro.     Non un libro qua...