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venerdì 13 giugno 2025

BOMBE E SILENZI

 A chi giova aprire un'altro fronte di guerra?

Perché Israele non viene fermato in questa sua furibonda, criminale, assurda, ingiusta corsa al massacro di un popolo in Palestina ed ai continui bombardamenti che, indisturbato, compie in Libano, in Siria, nello Yemen ed ora in Iran? Perché?

La politica se ne guarda bene dal condannare, con fermezza, se ne guarda bene dall'imporre il rispetto delle norme internazionali, non ci pensa minimamente di applicare sanzioni e misure diplomatiche che fermino la mano dei macellai di Tel Aviv!

Israele ha la bomba! Quella atomica! Qualche centinaio sta nei suoi silos, pronte all'uso. Eppure bombarda, con ordigni di una tonnellata, centri di ricerca, case e strutture civili ma il mondo si preoccupa della (non) bomba iraniana e fa silenzio su quelle di Israele.

Che Netanyahu sia un criminale lo dicono ormai certi organismi internazionali ma cala il silenzio. Che stia compiendo un genocidio in Palestina lo dicono emeriti personaggi e organismi internazionali eppure cala il silenzio. 

Il nostro governo agisce in modo servile e complice, non prendendo con decisione le distanze dai massacratori e non si scosta dal complice invio di armi mentre a Gaza le stesse armi uccidono!

Per quanto ancora durerà questa ingiustizia?

martedì 10 giugno 2025

EDUCARE ATTRAVRSO I LUOGHI. Un progetto che si regge sulla collaborazione e sull'amicizia

      E' stato un buon incontro quello di ieri pomeriggio a Villa Torchi di Corticella, nella saletta che dista solo pochi passi da quella lapide che ricorda le più piccole vittime della strage del 2 agosto 1980.

     La nostra "tavola rotonda" (ma c'erano solo le sedie, poste però rigorosamente in cerchio proprio come Re Artù scelse di fare perchè non ci fosse chi era più importante degli altri!) aveva come ordine del giorno la valutazione di come era andato l'anno scolastico appena concluso e con quali propositi ed idee ci apprestiamo a preparare quello che verrà, da inizio settembre in poi. 

     Stiamo parlando dei nostri incontri con gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori e del bilancio da trarre dopo aver avuto 222 appuntamenti ed aver incontrato complessivamente 9602 studenti di ogni ordine e grado, compresi quelli che al termine dell'anno scolastico ci hanno invitati ad assistere alla presentazione dei progetti da loro realizzati sulla base delle lezioni sulla strage alla stazione di Bologna.

Nel corso del precedente anno scolastico gli incontri erano stati 164 con un totale di 7946 studenti coinvolti e basta questo dato per farsi una idea di come il 2024-2025 sia stato un anno alquanto pieno, faticoso ed a volte anche difficile da portare fino in fondo, ma ce l'abbiamo fatta con la grande collaborazione che si è confermata tra i nostri docenti (tutti, quelli antichi e quelli recenti) e tutti i testimoni alternatisi per settimane e mesi in questo entrare ed uscire da aule, sale e marciapiedi della immancabile "Stazione Centrale 2 agosto 1980" di Bologna! 

     Pur di offrire ai nostri ragazzi "piccoli, medi e grandi" la possibilità di venire a conoscenza di un arco di storia e di un fatto di inaudita gravità - il terrorismo e la strage di Bologna -  ma "maltrattati" dai programmi scolastici, l'impegno di Cinzia Venturoli, Rossella Ropa, Antonella Beccaria, Luca Palestini, Alberto Murmura, Giovanni Mulargia, Michele Sgobio e Paolo Maoret - i nostri fantastici docenti - ha incontrato la collaborazione di  tutti noi testimoni - non più in grande numero ma coscienti di quanto andava fatto - dando forza ancora una volta all'intenzione di tenere in vita questo progetto mettendo a disposizione quella forza, quel tempo e quell'impegno che ognuno di noi ha potuto dare e questo ha permesso di fare quanto probabilmente - e purtroppo - non saremo in grado di ripetere per il peso che il tutto ha comportato.

     Ci prepareremo per il prossimo anno. Ci saranno dei cambiamenti ma non delle rinunce. Rivedremo calendario, presenze, disponibilità e quantità di ciò che vogliamo continuare a fare. Incontri con la storia e testimonianze di quanto ancora è nella nostra memoria resteranno il fulcro del progetto "Educare attraverso i luoghi" e saremo come sempre presenti...in classe e pronti a fare il nostro dovere, per non dimenticare e per mantenere forte il ricordo di vittime e feriti, 45 anni dopo la strage.

E ci darà ancor più forza quell'amicizia, quella collaborazione suggellata anche da quello stare insieme, di fronte ad una pizza ed un bicchiere di birra, come abbiamo fatto ieri, in serata, per chiudere un giorno importante ed anche bello.

giovedì 5 giugno 2025

E L'ULTIMO CHIUDA...L'AULA!

     Abbiamo terminato gli incontri. Abbiamo finito con un bel gruppo di studentesse venute da Modena.

     Abbiamo chiuso l'anno scolastico, IL NOSTRO anno scolastico, quello fatto di incontri, lezioni, testimonianze, viaggi nel territorio dentro e fuori Bologna, alla Stazione e nelle sale del Comune, vicino ma anche lontano, di mattina e di pomeriggio e poi ospitati nelle classi ed invitati in sale mensa o aule magne per rivederli e constatare come abbiano messo a frutto il senso degli incontri con i quali abbiamo ricordato la strage del 2 agosto 1980. Abbiamo apprezzato i loro piccoli-grandi progetti fatti di tante idee e voglia di lasciare qualcosa di loro pur di far capire a tutti noi che il nostro messaggio è entrato a far parte della loro sensibilità e non dimenticheranno.

     In tutti questi mesi siamo stati con gli scolari delle quinte elementari, con gli studenti delle terze medie e con quelli più grandi, quelli degli Istituti Superiori, licei o professionali . Bambine e bambini, ragazzi intenti ad affrontare il passaggio tra l'infanzia e la gioventù e poi quelli più maturi, giovanotti e ragazze di tutto rispetto che entrano nella fase più delicata ed importante della loro crescita, del corpo e della mente.

     E con loro le maestre, i maestri, quelle/i che provengono da metodi didattici che stanno lasciando il posto alla modernità - mica sempre esente da critiche! - e che si confrontano quotidianamente con gli stili e metodi di insegnamento dei nuovi e giovani  insegnanti, quelli di questi tempi dominati non più dalla lavagna e dal gessetto ma dal cavetto infilato nella porta Usb del computer e dallo schermo digitale appeso alla parete! E professoresse, professori che ci portano schiere di quei loro giovani che tirano sù con impegno e fatica perchè il mondo che sta intorno a loro ed a noi rende difficile il rapporto con i giovani, nella pratica, nel linguaggio, nei comportamenti ed anche in quel minimo di valori - come il rispetto per l'altro - che non sempre trova quel posto che dovrebbe avere nel corso di lezioni e confronti tra chi insegna e chi impara.

     Comunque sia, questo anno scolastico è finito ed oggi possiamo dire che la fatica di portarlo a termine - per i nostri stupendi docenti e per noi testimoni - è stata veramente tanta. In qualche momento ce la siamo vista di non riuscirci ma il progetto che ci tiene insieme da anni è talmente importante che non sarebbe stato giusto mollare la presa ed allora (come dice un film) "stringi i denti e vai"!

     I nostri incontri sono terminati con le sedici ragazze della 5aE dell'Istituto Superiore "F. Selmi" di Modena  e con Barbara e Federica, le loro due professoresse che ieri, mercoledì 4 giugno, le hanno portate da noi, a Bologna.

Una classe di future biologhe ma con tendenza anche alla conoscenza dell'Anatomia, materie di studio che non hanno tolto a nessuna di loro la convinzione che venire da noi per ascoltare una storia di 44 anni fa non è tempo perso! E così è stato e noi - Rossella Ropa ed io - ne abbiamo potuto raccogliere tutta la loro serietà nel seguire, passo dopo passo, la ricostruzione della strage alla stazione, come avvenne e come divenne quel fatto grave, doloroso, politicamente ed umanamente assurdo, un pezzo di storia che ha cambiato il volto di una città ma anche di tanta della sua gente. Atti di terrorismo, organizzazioni neofasciste, progetti per un paese che si voleva bloccato in quella sua lunga marcia nella democrazia, uccisioni, colpevoli, stragi e tante vittime nella storia e nella testimonianza raccontata per far capire alle giovani modenesi di ieri cosa accadde a bologna alle 10.25 del 2 agosto 1980. E' stata Rossella a lasciare quell'ultima impronta del nostro insistere con la storia della strage ed a me è toccato l'onore di lasciare l'ultima testimonianza dell'anno scolastico 2024.2025 mentre alle allegre e splendide ragazze e docenti del Selmi - che quì ringraziamo - è toccata la sorte di chiudere il calendario degli incontri.

     Ora tireremo le somme di tutto quello che è stato fatto e di quanto andrà fatto per mantenere vivo ed operoso questo progetto "Educare attraverso i luoghi", ma questo è l'inizio di un'altra "avventura" che avremo tempo di raccontare.

     Nel frattempo, guardiamo il mondo....e continuiamo a NON restare indifferenti di fronte al male che circonda tutti noi.

lunedì 2 giugno 2025

DAI BANCHI DI SCUOLA ALLE CUCINE POPOLARI. Il 2 agosto raccontato a tavola!

     Sono venuti dalla Brianza fino a Bologna per ascoltare anche dalle nostre voci la storia di quella bomba che distrusse parte della Stazione ferroviaria, alle 10.25 del 2 agosto 1980. E' quanto successo ieri, domenica 1 giugno, con l'Anpi di Bovisio Masciago, in 46, uomini e donne non più giovanissimi ma pieni di interesse ed anche di tenacia politica, guidati fin qui da Bacchin Luciano che li ha organizzati, imbarcati sul pullman e coordinati per tutta la giornata (che comprendeva anche una visita al Museo di Ustica).

     L'appuntamento con Cinzia Venturoli e con me era stato fissato alle Cucine Popolari, in via del Battiferro a Bologna. Questo centro ormai molto famoso in città e non solo, voluto e creato da Roberto Morgantini per essere non solo un luogo che riesce a distribuire pasti caldi a persone in difficoltà ma anche un punto fermo dove si socializza, ci si parla, dove non esistono barriere di nessun genere e dove ci si ritrova in tanti anche a parlare di tematiche importanti come....oggi, appunto, della strage alla Stazione. Un incontro a tavola, con buon vino e piatti della tradizione bolognese: mortadella, salame, pane casareccio e poi lasagne, tortelloni e tanta crostata! Niente male per preparare ciò che doveva essere la parte più importante del nostro trovarci a tavola: l'incontro con la storia.

     Finito (o meglio, sospeso) il suo pasto - e dopo aver dato spazio a Morgantini affinchè condividesse con tutti noi la storia, la nascita ed i propositi di questa sua creatura che si chiama "Cucine Popolari" e che vive ed opera grazie ai tanti, tanti volontari che ogni giorno la tengono in vita - Cinzia si è installata al centro dei tavoli ed ha dato inizio a quella sua sempre preziosa e puntuale ricostruzione storica di come si arrivò al 2 agosto 1980.     

Il suo è stato un susseguirsi di fatti e personaggi che ci hanno riportati ai decenni intercorsi tra il '60 e gli anni '80, ha ricostruito bene la nascita di quella volontà stragista e di quegli anni conosciuti come gli anni della "strategia della tensione" ma affollati di popolo che lottava e rivendicava diritti e peso nelle decisioni importanti in questa nostra democrazia da sempre in difficoltà. 

     La prof.ssa Venturoli si è addentrata con capacità - anche quella di saper e dover sintetizzare un così complicato ed intenso racconto storico - nei fatti che portarono a quella strage, ci ha parlato di chi la finanziò, di chi la protesse, di chi la compì, di come le indagini portarono a quei neofascisti dei Nar e di come avvennero condanne e poi libertà per coloro che ne sono i maggiori responsabili, mentre per altri è stato fatto valere il decorso della vita pur di non averli dietro le sbarre, incriminati per strage a loro volta ma morti di vecchiaia! 

     Tra interruzioni (le domande fremevano sulle bocche di diverso convenuti) ed approfondimenti, Cinzia ha saputamente fatto venire il momento in cui ha chiesto anche a me un po' di quel racconto che noi testimoni ripetiamo sempre agli studenti che incontriamo. Ci chiamiamo "ripetenti" mica per nulla!!

     Tenendo conto del tempo che rimaneva, ho raccontato alcune pagine di quel giorno, fatti e persone contenute in quel mio "libro immaginario" che porto sempre con me e che contiene il ricordo di tutti quei momenti, di quelle persone, di quei gesti, silenzi, lacrime che hanno riempito una giornata di dolore ma anche di reazione ad una ingiustizia. Ho parlato alle persone tra i tavoli di donne ed uomini, di giovani, di una vecchietta con un batufolo di cotone intriso di alcool, di infermieri che consigliavano come fare ai loro medici, di corpi senza vita portati su un autobus e di altri autobus che salvarono vite portando corpi martoriati agli ospedali. Ho provato a far sentire in loro il significato di sentirsi parte di una collettività che con umiltà e fermezza il 2 agosto 1980 ha saputo rendersi utile, anche alla guida di un autobus della linea "37". 

     Poi il muoversi inesorabile delle lancette degli orologi ci ha imposto di fermarci. Il tempo per le strette di mano, per gli ultimi approfondimenti, per qualche abbraccio commosso e poi via, verso casa....ma per noi - Cinzia, io ed i nostri coniugi - non prima di aver fatto una capatina nel parco di fronte, per immergerci qualche minuto nella colorata, sonora, profumata (dai tanti piatti tipici), chiacchierosa, cantata e coinvolgente Festa Multietnica, un momento importante per tanta gente lontana da case e parenti ma che quì a Bologna ha trovato una casa che li accoglie.

sabato 31 maggio 2025

L'INGIUSTIZIA DI OGGI, QUELLA DI IERI, NOI, I GIOVANI....

     Era giovedì 29 maggio, rientravo dall'incontro appena conclusosi con un bel gruppo di studenti faentini, scorrevo le notizie che arrivavano fresche sul cellulare e mi sono imbattuto nella dichiarazione del Presidente della regione Puglia Michele Emiliano

il quale aveva appena dichiarato alla stampa che "...a causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del governo Netanyahu, da oggi invito a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto governo israeliano..".

     Mi sono detto: quale nesso esiste tra l'incontro con le classi di studenti della mattinata e questa notizia? Con i 28 del Liceo "Torricelli-Ballardini" e le loro professoresse abbiamo parlato di una strage, di terrorismo, del 2 agosto 1980, di una stazione distrutta e di 85 vittime e feriti causati dall'attentato a Bologna mentre Emiliano si riferiva a qualche cosa che sta accadendo oggi, molto lontano da noi, nella Palestina oltraggiata e distrutta da un esercito potente e dal silenzio di troppa gente importante di fronte al massacro di 50 mila bambini, donne, vecchi e gente inerme. Difficile trovarlo, il filo che lega questi fatti entrambi dolorosi e poi mi sono detto che, però, tra di loro esiste qualcosa che li lega: l'ingiustizia. L'ingiustizia di pagare con la vita colpe che non ci sono sia per coloro che morirono nella sala d'aspetto di una stazione, aspettando un treno che li avrebbe portati in vacanza sia coloro che oggi muoiono dentro una scuola, un ospedale, una casa, un campo profughi con l'unica colpa di appartenere ad un popolo mai riconosciuto, senza terra e senza diritti. L'ingiustizia raccontata ai nostri studenti non ha nulla di diverso da quella che colpisce innocenti così lontani da noi!

     Ho pensato a com'era andato l'incontro con le classi 5aA e 5aB del Liceo di Faenza, ho pensato alle loro reazioni mentre Michele (Sgobio) comunicava a quei ragazzi e ragazze così attenti ed interessati come fu ideata e quali obiettivi aveva quella strage avvenuta nella stazione di Bologna, chi la commise e chi ne protesse "giovani manovali" di una idea neofascista e parti di questo Stato che dovevano rimanere nell'ombra.

                                                
Ho pensato a quel lungo silenzio ed a quella emozione che aleggiava nell'aria anche quando ero io, testimone di quel giorno, a raccontare quella strage offrendo a chi stava davanti a me l'immagine di una citta e della sua gente che portavano aiuto, uomini, donne e giovani che scrissero una pagina di grande umanità e di grande altruismo anche con la volontà di reagire perchè fu proprio l'ingiustizia ad essere sentita da tanti, da tutti e fu proprio contro di essa che tante mani continuarono ad aiutare per ore ed ore.

     Michele, io, le professoresse e tutti loro, ragazze e ragazzi che in quel loro Istituto della Romagna studiano scienze e lingue, ci siamo lasciati al termine di quel tempo trascorso troppo in fretta. La Stazione Centrale e poi quella sala del Palazzo del Comune di Bologna sono stati testimoni di uno dei nostri ultimi incontri. Lo stare insieme per qualche ora ha avuto per me una importanza aggiuntiva, quella di portare a casa la convinzione che, se li osserviamo, ci sono canali "navigabili" che consentono a noi ed a loro di "parlarci", pur dalla lontananza di tempi distanti ma solcati da valori che si toccano, si parlano, rimangono intaccabili dal tempo che passa e quello del nostro (di noi e di loro) rispondere alle ingiustizie può essere uno di quei fili che non ci farà perdere la direzione giusta.















mercoledì 28 maggio 2025

INSIEME

      La loro è una fantasia inesauribile, non da meno della curiosità che li spinge a voler sapere storie per loro strane ma che poi sanno trasformare in tanti "files" che prendono posto nella loro mente e vi rimangono. Sto parlando dei bambini delle scuole elementari, almeno quelli un po' più grandicelli, quelli che frequentano le classi di quinta, quelli che presto faranno il grande salto nelle medie.

     Il 25 febbraio scorso, la prof. Cinzia Venturoli ed io ci siamo recati nelle classi della scuola primaria di primo grado, l'Elementare "2 agosto 1980" che si trova a Casteldebole. Per la precisione siamo stati accolti dagli scolari della 5aA e 5aB e dalle loro maestre per andare a spiegare e raccontare come avviene una strage, chi ha interesse a farla e perchè, chi mise la bomba e spiegare come colpevoli che avrebbero dovuto scontare una giusta pena ora sono liberi. Si dirà che sono cose difficili per bimbi ancora piccoli ed invece - e non è la prima volta - ci troviamo di fronte ad una loro reazione interessata, curiosa, indagatrice e con reazioni che per noi sono una sorpresa perchè ci parlano sia del grande lavoro che sanno fare le loro maestre sia la maturità che dimostrano ragazzi così lontani da fatti che anche per molti adulti sono impenetrabili. 

     Il racconto della strage alla stazione di Bologna ha visto impegnare le migliori doti conoscitive e relazionali di Cinzia Venturoli e quanto di meglio ho potuto lasciare in loro - nelle bambine e bambini della 5aA e 5aB - affinchè ciò che avvenne il 2 agosto 1980 destasse in loro la voglia e la capacità di mostrare interesse per quella storia, per come reagirono uomini, donne e giovani, per i tanti gesti di affetto e di aiuto che vennero offerti da sconosciuti a chi stava soffrendo, realizzando qualcosa che rimanesse a testimonianza di quell'incontro.

     E così, ieri 27 maggio 2025 ci siamo di nuovo incontrati. Ma non erano soli in quanto l'incontro avveniva nell'ambito di una iniziativa a ricordo del 2 agosto 1980 dal titolo "Insieme per la legalità", alla presenza di qualche personaggio istituzionale, qualche rappresentante di Organizzazioni ed Associazioni ma, soprattutto, con la presenza delle loro fantastiche maestre e dei loro genitori ed amici che - resi curiosi dalla pubblicità fatta all'evento - volevano non perdersi quanto avrebbero fatto i loro ragazzi! E c'eravamo anche noi, direttamente o indirettamente ma tutti: da Cinzia al sottoscritto fino all'Associazione tra i Famigliari delle Vittime. Ed al solo vederci, loro hanno trasformato la loro contentezza in abbracci e richiami!  

 Abbiamo così assistito a ciò che questi ragazzi dell'Elementare 2 agosto hanno realizzato e siamo rimasti sorpresi perchè la loro semplicità ha dato vita ad un pensiero rivolto a vittime e soccorritori che si è tradotto in frasi semplici, in un bellissimo autobus "37" ed in quello spettacolo dove con i loro corpi sdraiati sul pavimento della sala che ci ospitava hanno realizzato i momenti, i passaggi, i minuti che hanno preceduto, vissuto e seguito quelle 10.25 che fecero saltare in aria la sala d'aspetto della stazione causando la morte di 85 innocenti ed il ferimento di altri 200.

     Piccoli viaggiatori che vagavano con valigie e borsette per la sala mentre i cartelli disegnati ci ricordavano luoghi distrutti ed oggetti che ne testimonieranno per sempre il ricordo, quel "booom!" urlato a squarciagola ad indicare l'istante dell'esplosione, le 10.25,  e poi quell'autobus, quell'ambulanza emersi da scatole e fogli colorati e numerati nei particolari che ne identificavano l'identità e la funzione e piccoli soccorritori che si spostavano tra i corpi distesi a terra mentre loro compagni si alternavano per ricordare a tutti chi non c'è più, fino a quell'univoco coro che ci ha ricordato che "ogni 2 agosto Bologna non dimentica". Questo hanno fatto i ragazzi delle 5aA e 5aB ed il lungo applauso a loro riservato è stato il coronamento di questo impegno così curato e così ben interpretato che ha commosso tutti.    

Un giudice ci ha ricordato il nesso che corre tra le battaglie per sconfiggere la mafia e la risposta doverosa e giusta per sconfiggere terrorismo ed ingiustizie mentre chi è attivo in altre organizzazioni sociali ci ha ricordato la necessità di non venir meno all'impegno per mantenere vivo nel paese lo spirito democratico che uscì dalla Resistenza. Ma tutti, tutti hanno "condito" le loro parole con riferimenti e sostegno al ricordo di quanto avvenne a Bologna il 2 agosto 1980.  

 Ce ne siamo andati tutti con una contentezza interiore difficile da descrivere ma io con qualche cosa di ancora più grande. Sarà per averli avuto intorno fino alla fine, aver ricevuto sorrisi, parole, l'aver avuto in dono come ricordo quel loro "37" con la fiancata senza porte di salita ma con tante firme che mi ricorderanno ognuna ed ognuno di loro, sarà soprattutto per essermi sentito dire che volevano un mio ultimo pensiero da portarsi a casa, il nome dell'autista del 37 scritto in troppa fretta su una delle piccole pagine del libretto - regalato ad ognuno di essi da - dove in copertina stava scritto "Costituzione della Repubblica Italiana".

lunedì 26 maggio 2025

QUANDO L'INCONVENIENTE SI TRASFORMA IN UN BELL'INCONTRO....

     Nonostante l'inconveniente organizzativo che si è presentato al nostro arrivo davanti alla Stazione di Bologna, l'incontro di oggi con gli studenti nell'ambito del progetto "Educare attraverso i luoghi: Bologna e la strage del 2 agosto" è andato bene. Alberto Murmura - anche lui tra i collaboratori  delle nostre docenti che "spiegano" la storia della strage e che ho avuto il piacere di incontrare oggi per la prima volta - ed io ne siamo usciti soddisfatti.

     L'inconveniente? Si tratta del fatto che oggi avremmo dovuto incontrare le classi 5aA e 5aB del Liceo "Melchiorre Gioia" di Piacenza ma, davanti all'ala nord della stazione, alle 9.45 (ora del ritrovo), insieme ai circa 40 ragazze e ragazzi piacentini arrivati fin quì con i loro quattro professori, abbiamo riscontrato la presenza di altri 25 studenti della 5aMM...provenienti da Modena! Che fare?

     Dopo un breve scambio di messaggi con i nostri docenti-organizzatori  e dopo aver compreso che c'era stato un disguido nella prenotazione dell'incontro di questi ultimi, si è deciso di fare un bel gruppone, mettere insieme studi, speranze ed esperienze scolastiche di due diverse provincie emiliane e dare corso al nostro appuntamento sul 2 agosto. I futuri meccatronici del Liceo "Fermo Corni"  di Modena si sono mescolati agli studiosi di scienze e lingue di Piacenza mentre professori e professoresse delle due città hanno accompagnato per tutta la mattinata "il branco"! 

     Alberto li ha radunati prima davanti al muro giallo del piazzale ma - diversamente da come sempre facciamo - questa volta accanto a dove si fermano i taxi, dando inizio da lì al suo racconto della strage del 2 agosto. Vicino a lui l'altra lapide contenente i nomi delle 85 vittime, sopra la sua testa l'orologio fermo alle 10.25 e poco lontano le targhe che ricordano le sei ragazze della Cigar ed i nomi dei due taxisti uccisi nell'attentato.

     Successivamente abbiamo tutti traslocato davanti alla lapide che ricorda la preghiera del Papa Wojtyla da dove il nostro "docente" ha esposto la storia di quello che accadde a Bologna ma anche di quel periodo storico che si trasformò in violenza e sangue, un periodo delicato di quei tempi perchè testimone dello scontro tra potenze e - nel nostro paese - tra ideologie opposte e grandi movimenti e lotte che rivendicavano riforme e maggiori spazi di democrazia e per questo - secondo i progetti di chi continuava ad ispirarsi ad uno stato conservatore ed ideologicamente vicino al vecchio fascismo - andava fermato. Poi, dentro la sala d'aspetto in cui l'ampio gruppo di studenti è entrato, Alberto ha detto altre cose, ha parlato di gente uccisa e di crimini commessi, vicino a quel punto che segna il cratere dello scoppio.

     Non si vorrebbe mai smettere di raccontarla quella strage ed anche Alberto ne ha risentito, i suoi argomenti si sono fatti densi di cose da aggiungere, valutazioni da esporre, opinioni e fatti da soppesare ed il tutto si è tradotto in una esposizione "corposa" di quanto è storicamente e dolorosamente racchiuso nei muri della stazione di Bologna.

     Nella sala al secondo piano del Palazzo del Podestà, seduti ma non tutti, compatti ed attenti, curiosi quel tanto che basta per lasciare che le parole di Alberto finissero di dare le ultime notizie su attentatori, depistatori, programmi eversivi, finti golpe e falliti golpe, intrecci tra organi di Stato ed organizzazioni fasciste oltrechè eversive, è poi toccato a me portare a conoscenza delle ragazze, dei ragazzi e dei loro professori che mi stavano davanti quello che la mia memoria di vecchio testimone di quel giorno è in grado di aiutarli a capire cosa vidi e come reagirono le istituzioni della città e la sua gente, quella comunità di uomini, donne, giovani che si offrirono per soccorrere e tenere alti i valori di umanità e solidarietà rispondendo con forza ed affetto al gesto di violenza criminale che ferì Bologna ma non la vinse. E così hanno potuto ascoltare ancora quella storia di un autobus della linea 37 che andava sù e giù per le strade della città, nel sole e nel buio della notte, con quel suo triste carico di persone senza vita... 

Il clima che si è creato nella nostra grande sala ha generato quel grande silenzio che contiene sempre emozione e condivisione. Ai miei si sono aggiunti altri occhi pieni di umidità ma quando è finita, quell'applauso - sono certo che è stato un loro modo di sottolineare quella storia - ci ha stretti tutti intorno al ricordo di chi non c'è più. Alberto ed io abbiamo sentito come ci stavano intorno, come volevano rimanerci vicini, ancora con qualche parola, qualche abbraccio, qualche stretta di mano mentre i loro professori ci hanno fatto capire che quell'incontro è stato qualcosa di utile, per tutti, anche per noi.

     Ragazze e ragazzi del Corni e del Gioia, grazie!

       

BOMBE E SILENZI

 A chi giova aprire un'altro fronte di guerra? Perché Israele non viene fermato in questa sua furibonda, criminale, assurda, ingiusta co...