Nel volgere di una decina di giorni, ci sono stati alcuni momenti importanti che nella città di Bologna hanno ancora una volta offerto la possibilità di confrontarsi con la storia ed in particolare con la memoria, con i ricordi di quanto avvenne il 2 agosto 1980. Voglio quì brevemente raccontarli perchè mi pare giusto abbiano la considerazione che meritano.
La prima occasione è stata offerta dalla celebrazione dei primi 50 anni di vita della rivista "Nuovo Informatore", la rivista che è testimone da tanto tempo della vita e dell'impegno dei lavoratori e dei soci del Circolo "G. Dozza" della Tper (in precedenza Atc ed Atm ancora prima!). E' la rivista dei tramvieri, di quelli che passano la vita al volante degli autobus, delle corriere o che lavorano nelle officine e negli uffici di quella azienda che gestisce il trasporto pubblico dentro e fuori la città di Bologna. E' la rivista che da cinquant'anni è testimone del tempo che passa, dei cambiamenti, delle problematiche che insorgono e cerca di raccontarne le storie, i fatti, i personaggi.
Ebbene, tra il 18 ed il 22 ottobre scorsi, nei locali della Galleria "Il Punto" a ridosso degli uffici che ne ospitano le attività, i massimi dirigenti del Circolo Dozza, i rappresentanti della Tper, il Direttore della rivista, i collaboratori ed anche lavoratori e cittadini venuti per assistere all'evento, sono stati protagonisti di un momento emozionante: l'inaugurazione e la chiusura di una mostra che - attraverso l'esposizione di molte copertine dell'Informatore - ha voluto testimoniare l'attivismo di questo organo tenuto in vita per tutto questo tempo dall'impegno dei tanti soci che organizzano e gestiscono le attività delle sezioni sportive e che proprio sulle pagine della rivista ne rendono testimonianza all'intera città di Bologna. Una rivista che segue sì le attività ricreative dei dipendenti ma che non ha mai mancato di offrire il suo punto di vista sui grandi temi di carattere nazionale ed internazionale, a volte anche a spese di polemiche e di qualche contrapposizione, cosa che - d'altronde - è normale quando sono tante le idee che si confrontano.
E, tra le tante copertine esposte nei giorni della mostra, c'erano anche quelle che ricordavano l'impegno dei tramvieri in quel drammatico sabato del 2 agosto 1980 e poi - negli anni succesivi - le tante occasioni di memoria tenuta in vita in tanti modi . Un ricordo che Marco Tarozzi - attuale Direttore della rivista - ha ben illustrato nel corso del suo intervento inaugurale ed anche il giorno della chiusura dell'evento, dando risalto ad alcuni momenti significativi che nel corso degli anni hanno visto tutti noi dipendenti e soci testimoni della volontà di non dimenticare la strage alla Stazione e rimanere al fianco delle Istituzioni cittadine, dell'Associazione tra i Famigliari delle Vittime finchè giustizia e verità non siano realizzate fino in fondo.
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"Siamo tutti bolognesi". Così ha detto, mercoledì 23 ottobre, la storica Cinzia Venturoli nell'accogliere le matricole che si apprestano ad iniziare l'anno accademico frequentando i corsi della Facoltà di "Scienze della Formazione". Una frase il cui significato è riconducibile al grande impegno di tutti i bolognesi (e non solo) nella giornata del 2 agosto 1980 . Un invito a non dimenticare cosa seppe fare una città quel giorno ed i giorni, mesi ed anni successivi. Un invito a riflettere che si è protratto durante tutto il percorso che - insieme, prendendo spunto da una iniziativa inserita nell'ambito dell'Alma Mater Fest - abbiamo lentamente compiuto partendo dall'estremità di via Irnerio, dove si trova la Facoltà, soffermandoci davanti a quell'edificio dove il 2 agosto 1980 fermavo quell'autobus della Linea 37 che proveniva dalle macerie della Stazione e accompagnava lì, in quel triste luogo, i poveri corpi delle persone uccise dalla violenza terrorista dei neo-fascisti dei Nuclei Armati Rivoluzionari. Un racconto - il mio - fatto davanti a quegli studenti che non possono conoscere i particolari di quel giorno ma che raccontati da un testimone, insieme all'esposizione di tutta la parte storica che così bene ha saputo fare la prof. Venturoli, li ha sicuramente aiutati a capire la reazione di tanta gente, la tanta umanità e solidarietà che ne è stata il motore.
Con queste ragazze e ragazzi la sosta era quasi d'obbligo anche in quel tratto di portico di via Mascarella dove sono visibili le tracce di quanto accadde l'11 marzo 1977: l'uccisione dello studente Francesco Lorusso per mano di un carabiniere, dopo gli scontri tra gruppi studenteschi e poi con le forze dell'ordine. E quando siamo arrivati in Stazione, quel fermarsi davanti ai luoghi della memoria, davanti a quelle targhe dopo aver osservato un orologio fermo alle 10.25, dopo aver ascoltato storie delle vittime che Cinzia Venturoli sà così bene raccontare, con empatia e passione, e dopo aver ascoltato anche la mia testimonianza, il racconto di uno tra i tanti soccorritori, l'emozione ha coinvolto un po' tutti, ognuno è ritornato o andato là, al ricordo di un giorno di dolore ma anche di orgogliosa risposta. Il 2 agosto 1980 anche in questo modo, per i giovani ma non solo per loro!
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E ieri, sabato 26 ottobre è stato un "trekking della memoria" ad offrirci la possibilità di ritornare ancora con i ricordi a quel 2 agosto di 44 anni fa!
Un trekking organizzato dall'Associazione Culturale Youkali, sedici persone di varia età, con Cinzia Venturoli nel ruolo che più le aggrada: guida storica che ci ha accompagnati tutti attraverso gli anni della storia di Bologna illustrati dalle lapidi, dalle parole e tracce scolpite sui muri, partendo dal cortile di Palazzo d'Accursio per ricordare gli aventi che nel novembre 1920 sfociarono nell'aggressione fascista avvenuta durante la seduta consigliare che causò scontri in cui persero la vita oltre una decina di persone. E poi via, davanti a quell'infinita esposizione delle fotografie partigiane dove la nostra storica ha raccontato i momenti salienti della guerra partigiana e del sacrificio di tanti bolognesi.
La piazzetta dedicata al giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle BR nel marzo 2002, è stata l'occasione per iniziare una riflessione sugli anni a noi più vicini ed anche la sosta davanti al muro dove perse la vita Francesco Lorusso, studente di Lotta Continua ucciso da un carabinieri l'11 marzo 1977, è servita a Cinzia Venturoli per raccontare i giorni non solo di un grave fatto di sangue ma anche di momenti di estrema frattura tra un mondo giovanile in fermento ed una parte politica della città che non ne seppe o non ne volle interpretare i bisogni.
In Stazione, in quella sala d'aspetto dove l'interminabile lista di nomi delle vittime della strage avvenuta il 2 agosto 1980 diventa sempre un raccoglitore di emozione e di domande alle quali si chiedono risposte, prima Cinzia e poi io abbiamo illustrato a chi ci ascoltava ciò che accadde. La storia e la memoria di un giorno tragico ed importante. Nelle mie parole il comportamento della gente di quel giorno, il pianto e la reazione di chi non volle stare al gioco dei terroristi dei NAR, l'impegno su quella montagna di macerie a scavare, aiutare, soccorrere e confortare ed io alla guida di un autobus per quell'ultimo viaggio di tanti corpi straziati verso quegli obitori dove parenti ed amici distrutti li attendevano per l'ultima volta. La storia di quel "37" continua ad emozionare, non solo chi ascolta ma anche chi la racconta.
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Ecco, queste righe per descrivere momenti da non dimenticare. Per non dimenticare tante storie, una delle quali continua ad essere quella di una città colpita ma non vinta, in quel sabato 2 agosto 1980.