E' trascorso qualche mese dal mio ultimo post. Finito l'anno scolastico '24-'25 si sono succeduti molti avvenimenti di interesse nazionale ed internazionale e su tutti questi ha tenuto banco quanto accade in Medio Oriente ed in specifico nella striscia di Gaza. Guerra ad un popolo senza stato, un genocidio di fatto ma appena sussurrato perchè non è ancora il tempo di disturbare chi lo commette (Israele), chi lo sostiene (Usa e non solo) e chi fa finta di non vederlo (Istituzioni europee, paesi tra cui l'Italia e cancellerie di Stati che dovrebbero dipingere le loro bandiere di rosso: quello della vergogna!
Ma i giovani - tanti - non ci stanno a questo gioco ed hanno riempito piazze e strade d'Italia e di tanti altri paesi. Con loro le bandiere della Palestina e con loro - "trascinati" quasi a forza - quelle forze politiche e sociali che per troppo tempo hanno balbettato, hanno parlato molto ed agito poco ed a volte hanno agito al contrario di quanto la situazione richiedesse. Il protagonismo giovanile li ha costretti ad uscire, a metterci la faccia, ad inoltrarsi in un "fare" che li dovrebbe costringere a far attenzione a quanto faranno da ora in poi.
Sono e siamo stati solidali con quei volontari che hanno messo a nudo la violenza - fisica ed anche di disprezzo per le regole - del governo israeliano e delle sue forze armate di occupazione, solcando le onde del mare che ci divide da Gaza, portando aiuti e solidarietà ad un popolo stremato e massacrato, fermati dalla forza bruta di un paese che sta prendendo in giro - in tutta tranquillità - un mondo intero! Ed anche quì tanti giovani, resistenti al potere di fare silenzio sui mali che ci stanno intorno, una lezione di democrazia che dovrebbe insegnare qualcosa a molti, a partire da chi della parola "democrazia" se ne fa un vanto ma poi la lascia morire di stenti ogni giorno....
.......ed ai giovani continuo e continuiamo a ritornare, li ritroviamo - come facciamo da tanti anni - nelle loro scuole, nelle aule, nei luoghi dove è giusto ricordare tanti eventi, per parlare di storia, per ricordare il dolore, per rivendicare la giustezza di reagire alle ingiustizie, quelle di un tempo e quelle di oggi, perchè l'ingiustizia non ha età, non nasce e non muore, semplicemente si rigenera, si aggiorna, assume facce diverse ma rimane la stessa di sempre: ingiustizia!
Di questo e di altro ne abbiamo parlato (ieri, venerdì 31 ottobre) io e Matteo Pasi, responsabile dell'Associazione Pereira, ai professori, alle studentesse ed agli studenti delle terze A, B, C e D dell' I.C. "Carlo Bassi" di Castelbolognese, comune della provincia di Ravenna. Un incontro organizzato per approfondire quanto Matteo ed i suoi collaboratori di Pereira avevano già spiegato in un precedente contatto con gli studenti, nelle loro classi: la strage del 2 agosto 1980 avvenuta nella stazione di Bologna.
Complessivamente una settantina di giovani che ci hanno seguito con attenzione, partecipando in silenzio alla rievocazione di ricordi lontani ma indimenticabili. Hanno seguito con rispetto ed interesse la mia testimonianza, il racconto di che cosa avvenne a Bologna, nella sua stazione, 45 anni fa, cosa provocò l'esplosione di quella bomba che i neofascisti dei Nar deposero in una delle sale d'aspetto e massacrando uomini, donne, bambini, devastando corpi e muri, violentando una città che nel passare di pochi minuti seppe reagire e dimostrare che si risponde alla violenza con la partecipazione, con i gesti di solidarietà e con quell'umanità estranea a coloro che hanno progettato quel massacro di cui furono complici anche personaggi ed organismi della nostra nazione e delle sue istituzioni.
La storia di quel "37" che fu un caro amico con il quale condivisi ore ed ore di dolore e che seppe a suo modo mescolarsi tra le tante mani che scavavano, accompagnando nel loro ultimo viaggio quei corpi portati alla luce da chi muoveva pietre là dove avvenne la strage, l'hanno ascoltata con riguardo, nei confronti di chi la rievocava, rispettando l'emozione che viene sempre fuori quando il racconto approfondisce storie e sentimenti di chi era lì quel giorno così lontano eppure sempre vicino. Io li ringrazio perchè sono stati i giovani che hanno raccolto il richiamo a non essere indifferenti ed a reagire alle ingiustizie. Le loro domande, le loro strette di mano, i loro abbracci ne sono stati una prova.
E' stata una mattinata importante e bella, con quei giovani e le loro/i loro docenti, con Matteo e l'Associazione Pereira. E' stato il mio inizio di un anno scolastico che sarà lungo, quindi...si ricomincia.
----------------------------------------------
-
La Scuola è intitolata al Dott.re Carlo Bassi
Il dott. Carlo Bassi nacque ad Argenta, in località Santa Maria Codifiume, il 19 dicembre 1878. Nel corso della prima guerra mondiale il dottor Bassi raggiunse il grado di capitano medico di complemento e fu nominato direttore dell’ospedale da campo n. 196. Per i meriti conseguiti gli vennero conferite due onorificenze: la Croce al Merito di Guerra e la nomina a Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nell’anno 1928 il dott. Bassi vinse il concorso per Medico Condotto e Primario dell’Ospedale Civile di Castel Bolognese, ove rimase sino al termine della seconda guerra mondiale, ricevendo nel 1944 la nomina a Commissario Prefettizio delle Opere Pie cittadine. La vita a Castel Bolognese scorse tranquilla sino alla sosta del fronte nell’inverno 1944-1945 quando il dott. Bassi spese gli ultimi mesi di vita al servizio della comunità sofferente del nostro Comune.
Grazie, perché nonostante tanto dolore evidente ,tante persone giovani ed anziani dimostrino con la grande partecipazione al dolore di quell'assurdita, niente cambia. Dolore terre rubate.Sono vecchia,e impotente. Pia
RispondiElimina,
Non è l'età che conta, bensì i sentimenti, i valori che stanno dentro di noi e tu, cara Pia, dimostri di essere "giovane" per gli ideali che ti mantengono vicina ai problemi di chi oggi deve affrontare il suo, lungo, futuro.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina