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mercoledì 14 maggio 2025

UN DISEGNO PER UNA STRAGE

    A Medicina, cittadina tra le campagne del bolognese, c'è una stradina alberata che porta il nome di uno dei più grandi pensatori del secolo scorso: Antonio Gramsci.  Antifascista, tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, morì nelle carceri fasciste ma lasciò un ricordo di intellettuale esemplare i cui scritti ancor oggi aiutano ad analizzare quei tempi così foschi per aiutare noi affinchè non si ricreino le condizioni che li resero possibili.   

 A Medicina, ieri 13 maggio 2025, siamo stati ospitati in una Scuola Media, ai lati di quella stradina alberata, per parlare di una strage, per ricordare che chi la realizzò continua ad ispirarsi a quella ideologia fascista che tenne in carcere Gramsci e lo uccise. La stessa ideologia che si è macchiata di un efferato massacro, compiendo la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, uccidendo 85 persone e ferendone 216. 

     La prof. Cinzia Venturoli ed io, nell'I.C. "G.Simoni" di Medicina, nel grande locale che - negli orari idonei - ospita la mensa scolastica, abbiamo incontrato le classi 3aB, 3aF, 3aH e 3aD, circa ottanta ragazze e ragazzi che sono alle ultime settimane che precedono gli esami, stanchi ma consapevoli del momento importante che li aspetta e quindi attenti anche a quanto dovevamo trasmettere loro su una particolare storia che non avrebbero trovato sui loro libri di studio: gli anni del terrorismo e delle stragi, gli anni '60-'70-'80 del secolo scorso.

     Due classi incontrate tra le ore 9 e le 11 ed altre due tra le 11 e le 13 con la parte iniziale sempre gestita dalla prof Venturoli mentre le conclusioni di entrambi gli incontri sono state segnate dalla mia testimonianza di soccorritore presente in stazione quel sabato di 44 anni fa. Uno dei tanti, fui io, uno dei tanti che si mise a disposizione di quella necessità di portare aiuto e solidarietà, unendomi a chi scavava e soccorreva feriti e persone senza vita ma facendolo in un modo diverso ma ugualmente utile: alla guida di un autobus, per portare corpi straziati là dove li attendevano famigliari ed amici.

     I ragazzi sono stati attenti, hanno seguito Cinzia in quel suo lungo e dettagliato descrivere i particolari di un complotto, il folle disegno terroristico che spinse giovani neofascisti ed esperti personaggi infiltrati dentro le nostre istituzioni a tramare ed organizzare una strage per rimettere indietro le lancette dell'orologio di questa nostra democrazia, pensando di dar forza ad un disegno di restaurazione , ad una dittatura "moderna" ma pur sempre fascista! Riesce sempre - Cinzia Venturoli - a catalizzare intorno a se l'attenzione degli studenti che le stanno davanti e questo clima non è stato compromesso nemmeno da quei pochi momenti che - di tanto in tanto - chissà perchè, portano qualche presente in aula ad estraniarsi o, peggio, a trasformare in risata tra pochi la serietà di quei momenti condivisa da tanti loro compagni.

     E' stata una mattinata che si unisce ai tanti momenti che abbiamo avuto nel corso dell'intero anno scolastico, momenti positivi perchè testimoni dell'impegno di tanti professori e di tantissimi ragazzi delle Scuole Medie e non solo. Un risultato non facile ma che si trasforma in attimi gratificanti quando tutto finisce e qualcuna di loro ti si avvicina e ti chiede se può lasciarti un ricordo:

uno schizzo fatto a mano, a penna, un piccolo foglio di carta su cui sono state calcate scene di una stazione distrutta, di qualche vittima, di un orologio e di mezzi di soccorso e poi una data - 2 agosto 1980 - ed i loro nomi, diciannove nomi che rimarranno con noi, nei ricordi miei e di Cinzia, a testimonianza di come ci hanno rispettato ed ascoltato. 
Ne cito solo uno, dei loro nomi, per ricordarli tutti: grazie Amelia!

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