Tra i collaboratori di Cinzia, Rossella ed Antonella che hanno il gravoso compito di spiegare la strage del 2 agosto 1980 agli studenti delle scuole, mi mancava solo di incontrare Michele e ieri ci siamo conosciuti per gestire insieme l'incontro che abbiamo avuto con le classi 5aL e 5aQ dell'IIS "Venturi" di Modena.
Michele Sgobio è un robusto ragazzone originario di Taranto ma che vive a Bologna da tanti anni. Come Luca e Giovanni (gli altri due collaboratori in questo progetto "Educare attraverso i luoghi") ha un percorso di avvicinamento ed insegnamento della storia ai ragazzi che gli deriva dal partecipare al progetto "Bottega Finzioni" che vede in Antonella Beccaria la sua più valida organizzatrice nonchè attivista.
Insieme a Michele, ieri mattina, ai circa quaranta ragazze e ragazzi venuti da Modena abbiamo potuto far "rivivere" loro, attraverso le nostre voci, quanto accadde a Bologna la mattina del sabato di quarantaquattro anni fa. Teoria e pratica di un massacro spiegato con cenni storici attraverso i quali sono emersi i progetti criminali, i mandanti, i depistatori, gli esecutori di quella che rimane la più grande strage mai compiuta nel nostro paese dal dopoguerra. Michele ha saputo far bene il proprio lavoro di "sostituto docente" facendo ascoltare il suo racconto di storia e di storie di personaggi che si sono resi responsabili di atti criminali, che hanno seminato morte e distruzione e che a Bologna si ricorda come la strage alla stazione, con le sue 85 vittime e gli oltre 200 feriti.
Anche la mia testimonianza è stata seguita con interesse. I quattro professori che hanno accompagnato questi futuri esperti di arte audiovisiva (perchè questo è il loro indirizzo di studio) ci hanno dato la conferma che sono ragazzi attenti ed interessati all'argomento "terrorismo" proprio perchè ascoltarlo dalle nostre voci chiude una mancanza contenuta sia nei loro libri di studio che nei programmi scolastici. Ho raccontato loro di una giornata da non dimenticare, di azioni semplici ma di grande umanità compiute da gente ignota, di operazioni di soccorso svolte con grande capacità e con grande dedizione da quei professionisti che vestivano gli abiti di Vigili del Fuoco, medici, infermieri, operatori degli enti responsabili di aiutare famiglie e stranieri in cerca di conforto, assistenza e notizie sui loro cari. E quando il racconto è arrivato a quell'autobus della linea 37 da me usato per accompagnare quei corpi senza vita ho sentito che la mia emozione stava diventando anche la loro e con Michele accanto ci siamo vissuti insieme quel momento di vicinanza e comprensione reciproca che viviamo in ogni incontro. Uscire così dai nostri appuntamenti ci aiuta a superare l'impegno e la fatica che comincia a farsi sentire sempre più, man mano che ci si avvicina ai mesi cruciali che porteranno alla fine dell'anno scolastico in corso.

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