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mercoledì 19 marzo 2025

QUANDO IL CUORE DIVENTA LEGGERO

    Ogni volta che vado nelle scuole elementari, ne esco con il cuore in mano!

    Nella scuola elementare "Rita Levi Montalcini" di Rastignano il cuore l'ho già lasciato diverse volte! Sono alunne ed alunni fantastici e quando hai la possibilità di mescolarti a loro per qualche ora, te ne vai che ti senti cresciuto dentro, ti senti arricchito di qualche cosa che ti fa ben sperare e che ti da la carica per continuare a sentirti impegnato in qualcosa di positivo, per loro ma anche per te stesso.

    Loro, i ragazzi, ci mettono tanto, per farti sentire a tuo agio così come tanto fanno per ottenere il medesimo risultato anche le meravigliose maestre che - anno dopo anno - crescono questi nostri futuri giovani, con impegno, passione ed anche quel tocco d'amore che lascia in loro un segno. Tra di loro mi sono fatto amiche ed amici, tutti indimenticabili. Ci siamo conosciuti quando ancora erano bambini ed ora sono giovani che si apprestano ad entrare (o lo sono già) in Università. Le maestre mi hanno accolto nelle loro classi e continuano a farlo nello scorrere degli anni, qualcuna di loro maestra non lo è più e si gode il meritato arrivo della pensione....senza per questo staccarsi completamente da quel mondo di voci infantili che hanno lasciato un segno indelebile nei loro animi oltre che....nei loro padiglioni auricolari.

    E ieri, ancora una volta, mi è stata offerta la possibilità di ritornare in quella scuola di Rastignano, percorrere quei corridoi, udire voci di bambine e bambini, riabbracciare una di quelle figure-chiave che ne ha istruito tanti nel tempo e che ritorna ancora in queste aule a fare il suo dovere civile ed umano di formatrice a cui stanno a cuore i valori, il sapere, i sentimenti dei "suoi" ragazzi che nelle classi di quinta elementare stanno concludendo il primo atto dei loro tempi di formazione didattica. 

    Lei, Federica, ne racconta tante ai suoi ragazzi. Ma racconta cose talmente importanti che tra queste non vuole che manchino tematiche difficili, cose "da grandi" ma spiegate anche ai piccoli, argomenti estranei ai "sussidiari" ma da raccontare con le parole di maestra, quelle parole  semplici che entrano e non se ne vanno più dalla mente dei piccoli che l'ascoltano tra i banchi. Da anni, Federica - insieme ad altre sue instancabili colleghe - aiuta questi bambini dell'elementare di Rastignano a conoscere che cosa è successo a Bologna il 2 agosto 1980 ma lo fa con un metodo che ha dato e continua a dare grandi risultati e grandi riconoscimenti come il Premio della Presidenza della Repubblica che pochi anni fa è stato consegnato agli alunni di una classe quinta dopo che questa aveva realizzato un progetto proprio sulla strage alla stazione!  

Per i bambini lei è maestra ma le vogliono bene anche per quel "qualcosa in più" che rappresenta. E' come se lei fosse tante mamme in una, una per ognuno dei suoi alunni! E questo lo abbiamo visto ieri, nella 5aA, quando ha accompagnato in classe il sottoscritto e la prof Cinzia Venturoli, arrivati fin là per parlare del 2 agosto, fare storia e ricordare momenti in cui il valore che sta dentro ad una persona è talmente importante che deve essere fatto capire a chi sta crescendo. Ai suoi ragazzi e con l'aiuto di Anna e Teresa, Federica aveva già dato alle 10 bambine e 8 maschietti della classe gli elementi base per capire un avvenimento complesso come lo è un attentato terroristico e per farlo ha dovuto - e continua a farlo - fermarsi sulle parole, sul loro significato, su ciò che nascondono i concetti complicati ed i comportamenti a volte incomprensibili dei protagonisti di un fatto così devastante. Senza fare questo i bambini non capirebbero e grazie a questa attenzione didattica il compito di Cinzia ha potuto essere più agevole nel momento in cui ha spiegato come e perchè fu pensata ed eseguita quella strage che provocò tante vittime e tanti feriti. Dalle interruzioni, dalle domande, dai dubbi si è capito quanto stava entrando nella loro mente, un modo di capire ed "assorbire" le notizie che va accompagnato con delicatezza, con dolcezza. E CInzia e Federica non mancano in nessuna di queste virtù!

    Impossibile - e forse sarebbe ingiusto in quanto obbligato a fare tagli drastici -  riportare ogni elemento, ogni frase, ogni domanda, ogni sorpresa ed ogni reazione scaturita dal loro imparare le cose minuto dopo minuto, mentre ascoltavano la prof Venturoli e poi anche durante il mio racconto così atteso di "antico" autista di quell'autobus 37 che loro ben conoscono. Intelligenti e pazienti, curiosi e sicuri ci hanno tenuto lì fino alle 16, quando la lezione termina e un'altro piccolo autobus li aspetta per riportarli a casa. Ma fino all'ultimo ci sono stati intorno, cercando di "sorpassare" con la voce qualche loro compagna o compagno di classe che voleva saperne ancora e con Federica - paziente fino all'impossibile - che li conteneva in quel loro impeto partecipativo.

    E quando la 5aA ha lentamente abbandonato la sua aula, salutandoci e ringraziandoci con quel calore tutto particolare ed inspiegabile che solo loro sono in grado di farti sentire, mi si è avvicinato lui - ma chi era, come si chiamava? - e mi ha detto: "Agide, ti voglio bene". 

    Il mio cuore si è ancora fatto più leggero, a Rastignano.....

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