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venerdì 14 marzo 2025

DALL'OVEST MOLTO DI NUOVO...

    Doveva essere una mattinata segnata dal solo incontro con gli studenti della 4aB e 5aB dell'IIS "Nobili" provenienti da Reggio Emilia ed invece che un solo incontro, davanti al binario numero uno della Stazione di Bologna gli incontri sono stati due!

    Va detto che i "titolari" attesi a Bologna per la nostra giornata della memoria, per parlare e ricordare la strage avvenuta proprio lì in stazione il 2 agosto 1980, ieri dovevano proprio essere i 35 ragazze e ragazzi che studiano - come mi è stato detto dai loro prof Maria Chiara, Gianni e Donato -  "meccatronica" (un linguaggio che ai miei tempi non mi sarei nemmeno permesso di pensare esistesse una tale definizione di ciò che si studia!).

    Ed infatti, come da programma, Luca Palestini ed io li abbiamo salutati e ci siamo presentati non appena si sono avvicinati a quel muro giallo che segna l'ala della stazione devastata dall'attentato dei Nar del 2 agosto di quarantaquattro anni fa. Erano appena arrivati in treno da Reggio Emilia ed il programma prevedeva l'ascolto della lezione di storia proposta loro da Luca e, successivamente, l'ascolto della mia testimonianza, il ricordo di cosa avvenne in quel luogo tristemente ricordato per le 85 vittime che morirono nello scoppio della bomba e nel crollo della sala d'aspetto della stazione dei treni.

   Tutto è andato bene, il buon modo di Luca di spiegare quella parte della nostra storia con antefatti e personaggi, date e nomi, storie di persone e di organizzazioni che complottarono per ridare a questo nostro paese un ritorno al passato, un freno a quella voglia di democrazia e di spazi di partecipazione, diritti e libertà che caratterizzarono le lotte possenti di operai, impiegati  e studenti nel corso degli anni '60-'80, ebbene tutto questo è stato al centro della lezione con cui sempre proponiamo agli studenti la riflessione sugli anni cosiddetti "di piombo" (definizione inesatta a rappresentare nel modo giusto quei tempi!). Dalla loro attenzione - e qualche defezione in tal senso non ha comunque rovinato l'incontro - ci è arrivato il messaggio di interesse e partecipazione che sarebbe continuato anche all'interno della grande sala del Comune dove arriva il momento (per loro) di ascoltare i ricordi del testimone, la sua storia e le storie di altra gente che è giusto portare a conoscenza di chi ascolta. Anche oggi come altre volte la storia di un autobus, del 37 e del suo fare la spola tra la stazione e gli obitori, con quei poveri resti umani a cui abbiamo cercato di dare tanto affetto e tanta dignità umana mentre intorno a me ed al mio autobus l'instancabile opera di soccorso univa una città intera intorno ai suoi medici, ai suoi Vigili del Fuoco, agli operatori degli ospedali e delle tante strutture che diedero un grande esempio di civiltà e di risposta democratica a quel gesto assurdo di violenza neofascista.

    Un incontro iniziato e finito bene, un messaggio ed una richiesta di aiuto rivolta a questi giovani affinchè si continui a fare memoria, noi e loro insieme, per far fronte ai tempi in cui saranno le loro fresche energie a sostituire le nostre - sempre più in esaurimento - perchè la strage del 2 agosto 1980 non può essere messa all'angolo, dimenticata. Giustizia e conoscenza sono i diritti che muovono la nostra consapevolezza che si deve continuare questo percorso...e non da soli!

     Ma, come scrivevo tra le prime righe di questo mio resoconto, ieri gli incontri sono stati due e voglio accennarvi all'altro, bello ed imprevisto!

     Una decina di giorni fa, a Modena ed insieme alla prof Cinzia Venturoli, avevamo incontrato gli studenti della 5aB della Media "Lanfranco". Incontro ricco di storia e di ricordi. Incontro partecipato e seguito con interesse. Incontro voluto ed organizzato dalla loro prof Simona Ansaloni.

                                                         Ebbene, ieri mattina sul binario numero uno della stazione di Bologna, sono arrivati anche loro! E con la loro allegrìa, la loro freschezza, la loro convinzione, la loro serietà si sono avvicinati a quel muro giallo, a quello squarcio, a quelle lapidi che ricordano dolore e violenza ed hanno offerto alla gente di passaggio piccole locandine su cui erano raffigurati i volti delle vittime, 85 schede con anche i loro pensieri - dei ragazzi - il loro ricordo, un omaggio pieno di affetto, quell'affetto che hanno messo dentro le parole che a turno hanno pronunciato mentre la gente passava, si fermava, ascoltava e prendeva
quei piccoli ricordi che venivano loro offerti. Un modo di rendere omaggio alle storie di persone che non sono più tra noi ma anche un impegno a non dimenticare quella strage, quella violenza che sente impegnati anche loro nel rifiutarla, nel ribadire che anche loro non faranno mancare il loro impegno di giovani per difendere quella democrazia che personaggi assurdi e pezzi di Stato inqualificabili hanno tentato di rovesciare.

     Grazie ragazzi del Lanfranco. Il vostro impegno diventa l'impegno di tutti, il vostro lavoro in classe insieme ai vostri docenti ci dà lo spunto per altre iniziative. Un dovere a cui non ci sottraiamo.

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