martedì 7 maggio 2024

TRE QUARTI DI SECOLO.....

   Ventisettemilatrecentosettantacinque giorni, settantacinque anni ovvero 3/4 di secolo!

   Eh già, oggi - 7 maggio 2024 - sono questi i tempi della mia vita che l'inflessibile calendario mi obbliga a ricordare. Anni, mesi, settimane e giorni e poi infanzia, gioventù, maturità, anzianità il tutto ora racchiuso in un batter d'occhio che conserva gli scatti di un lunghissimo fotogramma che non mi va di perdere.

   Mi guardo alle spalle, spremo i miei ricordi e mi vedo piccolo, in quella antica dimora sparsa tra i campi ferraresi, alle spalle del fiume Reno, famiglia contadina tra altre famiglie di gente lavoratrice, facce cotte dal sole e povere case a racchiuderne le storie, le miserie, le poche cose che servono. Bambino tra bambini che scorazzavano tra campi di grano, di barbabietole e filari di viti in un  rincorrersi spensierato, quasi a voler nascondere quelle grandi difficoltà che la povertà ci imponeva.

   Anni di studio in scuole sparse tra le pianure di Consandolo, Marmorta e Molinella, quel rincorrere licenze e diplomi, quel crescere lento ed inesorabile tra necessità famigliari, scolastiche e giovanili, anni dominati dalla necessità di stare al passo con le fatiche dei genitori, lavoratori che hanno dato il meglio di se stessi per crescere quei due loro figli in modo dignitoso seppur limitato. Scuole che mi hanno formato, preparato al lavoro. Sì, al lavoro in quanto ben difficile sarebbe stato pensare di arrivare più in alto, possibilità economiche non lo avrebbero consentito e un diploma di meccanico avrebbe aperto le porte di una fabbrica, di lì a poco.

   E poi la fabbrica, come fucina di apprendimento!  Un mestiere, lo stare tra altra gente, condividerne i momenti della produzione ed i momenti di lotta, il sentirsi crescere - giorno dopo giorno - dentro le idee, i valori, la necessità di impegnarsi per cambiare cose assurdamente ingiuste, nel lavoro e nella vita. Sette anni vissuti in un contesto storico importante, dentro la fabbrica e nella società, il '68, i diritti, i grandi cambiamenti e poi le stagioni violente, il terrore, le stragi e noi sempre con le tute  ed io con il sentir crescere in me la necessità di non stare alla finestra. La politica , il sindacato, ore ed ore, anni dopo anni a far crescere la convinzione che le ingiustizie vanno combattute, che l'impegno paga e che le conquiste non avvengono da se ma con il sacrificio che ti vede rinunciare a qualche libertà ed a molte ore di sonno!

   Con quello che ho imparato indossando la tuta blù mi si è aperto un mondo di domande su che cosa mi accadeva intorno, vicino a me ma anche in altre parti del mondo. E la voglia di capire ha avuto la meglio consentendomi di andare alla scoperta di quelle miserie che impoveriscono milioni di persone e che segnano le profonde ingiustizie di cui siamo pieni. Medio Oriente, Sudamerica, Europa come luoghi da vedere per capire ma anche come luoghi da scoprire in quanto sconosciuti e meravigliosi. Esperienze tra la gente così diversa, momenti intensi di solidarietà e di umanità vissuti tra gente povera, sfruttata, violentata nei diritti e nella persona. Il mio crescere in contemporaneità con il crescere della mia curiosità e del mio sentire le ingiustizie. Pezzetti di mondo che mi hanno insegnato a radicare sempre più in me determinati valori, gli stessi che mi accompagnano fin quì dove sono oggi.


   Anche le scelte di vita hanno la loro importanza. Le relazioni personali, le amicizie sono diventate anche storie indistruttibili di rapporti affettivi. Un matrimonio, un divorzio, un matrimonio, momenti difficili ed anche dolorosi che insegnano qualcosa che non lascerai mai per strada. Il dolore dà anche forza e questo lo avrei scoperto molto più tardi, in altre occasioni, in momenti dove ho condiviso il dramma di avvenimenti con altri.

   Decenni alla guida di autobus, vedendo il mondo, la gente, la città cambiare. Sentendo il cambiamento nel parlare della gente, nel modo di confrontarsi, nel grado di coinvolgimento di tanti che sono stati protagonisti di anni intensi e che si sono persi per la strada. Un mestiere che mi è piaciuto, che ho fatto con passione e che mi ha restituito molto. Colleghi, amici, funzionari che hanno segnato le tappe di un lavoro, di un ambiente,  che per anni era "una famiglia" e che poi il nuovo che avanza ha trasformato in una azienda di produzione di servizi! Altra roba, altri rapporti, altre idee e in tutto questo la necessità di sentirsi sempre parte di un mondo sballato, di cose senza senso, di decisioni che vanno nella direzione sbagliata, di....un tuo ruolo che ha davanti due strade: o ti adegui oppure continui a remare contro. Io remo contro! Così come remo contro quei silenzi, quella mancanza di verità e di giustizia che ancora separa me - piccolo uomo di questi tempi - dalle ingiustizie viste e vissute in quel lontano 2 agosto 1980. Quel giorno che segnò un'altro momento incancellabile dalla mia vita.

   Ora sono quì. 75 anni che voglio portare a spasso perchè sento tutta la loro energia positiva. Nella vita si fanno errori ed anch'io li ho fatti. Ma essi sono chiusi dentro alle tante cose buone che ne cancellano le ferite, che fanno apparire gli errori come momenti che devono essere accettati con dignità . Sono io e mi vado bene così. Credo nella semplicità dell'essere persone diverse ma ricche di cose interiori. Continuo su questa strada e non so quanto sarà lunga e quanto impiegherò ancora a percorrerla. ma il mio viaggio continua a piacermi....  


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