Reggio Emilia, Finale Emilia e, ultimo, Casalecchio. Sono i tre luoghi nei quali studiano le studentesse e gli studenti che abbiamo incontrato in questi ultimi giorni e sempre per ricordare la strage del 2 agosto 1980.
Mentre gli studenti di Reggio e Finale sono stati loro a venire a Bologna, con quelli di Casalecchio siamo stati noi ad andare direttamente nel loro Istituto scolastico. Tre incontri, tre momenti diversi di approccio con un argomento mica facile, tre modi di reagire e partecipare per ragazzi che frequentano queste scuole superiori.
Istituto Tecnico "Scaruffi" di Reggio Emilia, Liceo "Morandi" di Finale Emilia, Liceo "Da Vinci" di Casalecchio ma mentre i primi due istituti sono stati coinvolti attraverso il progetto bolognese "Educare attraverso i luoghi", l'ultimo incontro è stato realizzato con il contributo dell'Associazione Pereira che opera nel ravennate. Anche con loro collaboro da tempo.
Giovedì 4 aprile le classi 5aF e 5aB dello "Scaruffi" di Reggio E. sono state con noi, nel pomeriggio - con Rossella Ropa (la docente di storia che li introduce nell'argomento con la sua lezione di storia contemporanea) e con il sottoscritto che porta la propria testimonianza di soccorritore, quel giorno in qualità di autista del bus 37 - a partire da quella visita ai bordi del binario 1 e poi nella sala d'aspetto per poi ascoltare me nella sala a nostra disposizione, nel Municipio di Bologna. Quaranta ragazze e ragazzi, studiosi di Sistemi Informatici Aziendali che hanno tentato di superare la fatica di cui erano in parte vittime in quanto reduci da una mattinata intensa trascorsa visitando anche il Museo di Ustica. L'ascolto ed il coinvolgimento c'è stato, lo abbiamo sentito e visto...o almeno ce l'hanno messa tutta per capire la complessità di una storia del passato ma che non può non essere presente anche nella loro attuale formazione culturale. E' sempre molto penetrante il loro sguardo mentre ti osservano e parli, mentre ti emozioni, mentre continui nel racconto di una giornata difficile ed indimenticabile, mentre gli racconti di un autobus della linea 37 diventato un veicolo che trasportava morte e lo faceva con un sentimento di grande umanità. Il silenzio di quelli dello Scaruffi era un silenzio che "parlava", non abbiamo non potuto ascoltarlo.
Venerdì 5 aprile, dal Liceo "Morandi", quello di Finale E. la mattina, accanto al muro giallo che contraddistingue l'edificio fatto saltare in aria dalla bomba il 2 agosto 1980, alle 10.25. Quarantacinque ragazze e ragazzi della 5aAY e della 5aE accompagnati dai loro professori per ascoltare ancora Rossella ed il sottoscritto, una lezione di storia ed una testimonianza, la memoria che ci ha riportato a quel lontano sabato di agosto. Loro, questi studenti, si stanno specializzando in Scienza e Biologia ed in Economia Sociale, materie impegnative, nuovi saperi per affrontare un futuro incerto e pieno di ostacoli ma pur sempre da tentare e ieri quì con noi ad ascoltare la rievocazione di una storia di dolore e di risposta umana, solidale e sociale. E, con me, l'ascolto di come anche un autobus può contribuire a portare gesti di semplice affetto ed umanità, tra commozione e rabbia, tra dolore e reazione a quel gesto criminale che mani neofasciste e protettori dello stesso stampo perpetrarono contro gente inerme.
Ed oggi, sabato 6 aprile, tra le mura del loro istituto, nell'Aula Magna di quel Liceo "Da Vinci" che io conosco già bene perchè già altre volte, con Matteo Pasi ed altri della sua Associazione Pereira, ho avuto occasione di ritrovarmi a raccontare quel mio 2 agosto 1980, ad altri studenti di Casalecchio, in questa sede, con altre ragazze e ragazzi in ascolto di una testimonianza che li ha aiutati a riflettere sulle capacità di gente semplice di diventare - almeno per un giorno - importante, decisiva, indispensabile per aiutare e salvare vite, per portare conforto ed affetto a chi ingiustamente colpito da un barbaro disegno reazionario. Oggi erano una quarantina, studentesse e studenti della 5aAL e della 5aA, studiano Lingue e Scienze. Ad accompagnarli c'era il prof. Ciacci mentre ad accompagnare me c'era Arianna Sermonesi, una delle preziose e giovani collaboratrici ed attiviste di Pereira, brava nella sua opera di "costruzione" delle menti quando va nelle classi e brava oggi nell'intervenire come coordinatrice di questo positivo incontro sulla storia del 2 agosto, giorno della strage alla stazione di Bologna. Mi ha accompagnato, Arianna, e la sua è stata una presenza importante, anche in quei momenti più difficili del mio racconto e la ringrazio anche per questo.
Tre giorni, tre incontri e ora una breve sosta, per riprenderci, anche dai tanti momenti di emozione che "quel" ricordo sempre sprigiona in me, in noi.
Poi, lunedì, si ricomincia. Altre scuole, altre classi, altri giovani. La memoria continua a viaggiare, ad incontrare, a non fermarsi.....
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