L'Istituto di Istruzione Superiore "Pacinotti-Crescenzi-Sirani" è una delle scuole non solo più conosciute di Bologna ma anche tra quelle meglio quotate nell'ambito dell'istruzione degli studenti che -dopo le Medie- si approcciano alle materie che forniranno gli elementi per la loro futura formazione professionale lavorativa.
E, ieri, a Bologna, ho avuto l'occasione di incontrarne alcuni, studenti che frequentano il "Pier Crescenzi", in una delle loro aule magne, nel plesso scolastico ubicato al numero 9 di via Saragozza. Un incontro programmato dalla direzione scolastica insieme alla docente di storia Cinzia Venturoli -ed io ero con lei- per parlare di un avvenimento accaduto 44 anni orsono: la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Erano passate da pochi minuti le 8 del mattino quando, alla spicciolata, ragazze e ragazzi hanno cominciato ad affluire nella sala, disponendosi -quasi a volersi distinguere tra di loro- in parte a destra ed in parte a sinistra come per sottolineare che da una parte stava la 5aAL mentre nell'altra parte sedevano quelli della 5aC. Tranquilli ed educati anche nel salutare Cinzia ed io già presenti ad attenderli, una dopo l'altro sono arrivati tutti, una trentina in totale, pronti per una lezione ben diversa da quelle che loro seguono come futuri geometri...in costruzione. Con loro erano una professoressa ed un professore, già conosciuti dalla nostra prof Venturoli in quanto lei, quì, aveva già precedentemente tenuto una lezione di storia sul terrorismo e gli anni che segnarono i grandi cambiamenti socio-politici della seconda metà del 1900.
Anche se le lezioni di Cinzia ho già avuto modo di ascoltarle in diverse occasioni è sempre molto interessante partecipare e seguirla nel suo ricostruire la storia, con quel suo modo coinvolgente di farti entrare negli avvenimenti da ricordare, tra fatti e persone lontane nel tempo ma che ci raccontano le vicende di un secolo, le storie di grandi cambiamenti e di passioni che hanno reso protagoniste le persone semplici e gli aneddoti di vita di una città che ha alle spalle decenni di orgogliosa costruzione di un tessuto democratico e sociale che l'ha resa un modello invidiato e "copiato" da altre realtà, in Italia ma anche fuori di essa.
Aiutandosi con le immagini di un power-point Cinzia Venturoli ha illustrato che cosa accadde a Bologna il 2 agosto 1980, il perchè di una strage, le conseguenze di quel criminale attentato ed il seguito che ne avvenne con il calvario delle tante famiglie -italiane e straniere- che subirono vittime e feriti e che ancora reclamano giustizia e verità. Colpevoli, processi, condanne, complicità istituzionali e di personaggi ancora non tutti conosciuti e giudicati, la storia della galassia neofascista che tramò e compì atroci attentati seminando morte e dolore nell'intero paese, ma anche la storia di decenni segnati da una grande voglia di cambiamento, di partecipazione, di giovani, uomini e donne protagonisti nelle scuole e nelle fabbriche di possenti lotte per rivendicare più democrazia e cambiamenti sociali e politici. Gli anni '60-'70-'80 raccontati da Cinzia sono sempre una lezione da non perdere e gli studenti hanno seguito, hanno anche posto qualche domanda, hanno "messo dentro" quello che i libri di scuola non contengono!
E dopo di lei io, con la mia testimonianza ma preceduta da un mio personale appunto perchè non potevo non dire che quanto accaduto pochi giorni fa a Pisa e Firenze non deve ripetersi. Quando studenti ed operai manifestano non vanno manganellati ma ascoltati perchè la loro è una rivendicazione di democrazia e partecipazione, gli stessi valori che spinsero anche me a lottare e partecipare, quando anch'io avevo la loro età e sentivo che non dirlo avrebbe reso la mia presenza quì, tra di loro, senza un senso, vuota.
Il mio racconto è stato seguito come lo è stato quello di Cinzia, con attenzione e rispetto ed anche con quell'emotività che il ricordo di momenti tristi e dolorosi sempre risveglia, in me. La storia del "37", e dei soccorsi, di azioni semplici compiute da gente anonima, gomito a gomito con persone di grande animo e capacità come erano infermieri, vigili del fuoco, medici, forze dell'ordine, personale degli enti che confortarono ed aiutarono famiglie distrutte e poi lo slancio di tanti giovani e donne ed uomini e sacerdoti ed autisti e muratori e....Momenti che non si dimenticheranno mai!
Momenti che anche gli studenti del Pier Crescenzi non dimenticheranno. Non lo faranno neppure quei due o tre che sembravano distratti, attirati più da altro, inizialmente quasi lontani al riguardo che la memoria sempre chiede ma che poi, con il passare dei minuti e mentre le parole uscivano dalle nostre bocche si sono fatti attenti, forse hanno compreso cosa stavano perdendo e quella compostezza che hanno avuto fino alla fine è un segnale che ci indica come insistere, con la calma e la convinzione che il racconto del 2 agosto esige venga fatto.
I saluti non sono mai un abbandono. Uscendo in via Saragozza, passando sotto quella lastra di marmo che riporta il nome dell'Istituto Scolastico da cui ero appena uscito, mi sono guardato intorno, ho osservato quell'ingresso, udivo qualche voce proveniente da qualche classe ed ho avuto la certezza che quì, prima o poi, ritornerò.
Non importa quante volte io abbia ascoltato o letto le vostre testimonianze, ogni volta è come se fosse la prima e l'emozione è la stessa. Antonella
RispondiEliminaGrazie Antonella e....ogni volta -per noi- è sempre diversa dalle altre!
EliminaOrgogliosa che tu e la professoressa Venturoli abbiate portato il vostro sapere e la tua testimonianza anche in quella che fu la mia scuola superiore. Grazie per quello che continuate a fare. Emanuela
RispondiEliminaGrazie Emanuela. Pier Crescenzi? Una scuola "buona", con ragazze e ragazzi che danno un senso al loro impegno rendendo piacevole l'incontro e facendoci sentire capiti anche nei momenti in cui il racconto, la testimonianza, si fa...difficile.
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