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mercoledì 20 marzo 2024

DA MEDICINA, PER CURARE LA MEMORIA

 Sarà che erano stanchi - ed infatti provenivano da una giornata di studio rispettivamente fatta ieri a Verona ed a Torino - o sarà anche la "corrierata" che li ha sballottati di prima mattina fino alla stazione di Bologna ma l'impressione è stata quella di una difficoltà (comunque ben mascherata) a concentrarsi per entrare al meglio nell'argomento che il programma prevedeva per oggi, ovvero la storia della strage del 2 agosto 1980.

Comunque sia sono stati abbastanza "eroici" da reggere - bene - la ricostruzione storica loro proposta da Rossella Ropa prima davanti a quel muro giallo che ricorda un edificio sbriciolato dallo scoppio della bomba e poi, dentro la sala d'aspetto, ascoltando storia di terrorismo e di terroristi neofascisti e storia di vittime, davanti a quella interminabile lista di nomi incisi sul marmo della lapide che ne ricorda l'uccisione.



Di chi sto scrivendo? Sto scrivendo dei 45 ragazze e ragazzi dell'I. C. di Medicina (BO), e precisamente delle classi 3aF e 3aH che abbiamo incontrato questa mattina, arrivati in stazione in compagnia dei loro cinque professori, per una lezione, per la visita ai luoghi della memoria e per l'ascolto di un testimone che il 2 agosto 1980 visse quelle drammatiche ore, mescolato a tanta gente che ha saputo offrire umanità con gesti di grande semplicità ma anche grande efficacia.

Ed hanno retto bene anche nell'ascolto del mio racconto, quello di un autista di autobus, il ricordo del "37" usato come ambulanza per l'ultimo viaggio di chi non aveva più vita, ucciso da mani criminali. Un racconto sempre accompagnato da momenti di intensa emozione, una reazione che anche i ragazzi di oggi hanno capito e rispettato.

E la conclusione del nostro incontro è arrivata così velocemente che ce li siamo visti sgusciar via, vociando e riprendendo quella libertà che lo star seduti gli aveva rubato. Ma una cosa la sentiamo anche noi, Rossella ed io: un po' della storia di quella strage rimarrà in loro, storia di dolore ed anche storia di tanta bella gente che seppe ridare affetto e dignità ad una città colpita duramente ma non vinta.

E quando finisce così, anche un giorno di stanchezza rimane un bel giorno! 

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