Visualizzazioni totali

martedì 13 febbraio 2024

I TEMPI DELLA RADIO


    Oggi, 13 febbraio, si festeggia la "Giornata Mondiale della Radio", in ricordo della prima trasmissione emessa dall'emittente dell'Onu inaugurata in quel giorno, nel 1946.

     Tra poco più di due mesi si celebrerà il 150° anniversario della nascita di Guglielmo Marconi che della radio ne fù l'inventore e se penso alla lunga strada percorsa da questo straordinario marchingegno mi rendo conto di come l'intero mondo abbia condiviso fatti, emozioni, imprese, drammi, catastrofi, spettacoli, notizie attraverso fili, valvole, condensatori e poi le sempre più sofisticate componenti che hanno segnato il passaggio dai vecchi apparecchi di un tempo agli attuali mezzi di diffusione della voce che sfruttano le proprietà tecnologiche ormai preponderanti e sempre più sorprendenti per la loro capacità di irradiare segnali radio, puliti ed immediati, in ogni più piccolo angolo del mondo.


     Cosa sarebbe accaduto se la radio non ci fosse stata quando affondò il Titanic, o quando Yuri Gagarin ci fece sentire le parole pronunciate dal primo uomo che abbandonò la Terra per osservarla dallo spazio? Cosa sarebbe stato il mondo senza la possibilità di ascoltare in diretta le notizie provenienti dall'emisfero opposto del nostro pianeta? E cosa significò per tanti nostri padri e nonni non perdere la fiducia nella possibilità di sconfiggere il nazismo ascoltando la flebile e disturbata voce di "Radio Londra"? Il mondo ha ascoltato le radiocronache di Olimpiadi, concerti, discorsi e conferenze, preghiere, dichiarazioni di guerra e appelli per la pace e tutto attraverso l'altoparlante di un piccolo apparecchio che -quasi fosse una magia- riusciva a convertire un impulso elettrico in voce. 

     Per tanti anni la radio è stata ascoltata dalla gente comune su una gamma limitata di frequenze. Sulle Onde Medie abbiamo ascoltato il segnale del primo programma della radio italiana, la Rai, poi del secondo programma e con il passare degli anni anche di Radio 3. Andavano in onda gli sceneggiati e poi i grandi cambiamenti nei programmi, per stare al passo con i tempi. Se andavi "fuori stazione" si udivano solo fischi e rumori! E i fischi e rumori erano ben di più quando ci si spingeva nelle Onde Corte, per cercare emittenti lontane, sconosciute, quasi irricevibili e difficili da comprendere perchè le voci che arrivavano...parlavano strane lingue. Eppure fu anche così che scoprii "gli altri", ascoltando programmi che mi parlavano dal Sudamerica, dall'Asia, dalla profonda Europa. Un mondo lontano che potevi avvicinare: bastava ascoltare, prendere carta e penna, scrivere qualche dettaglio degli ascolti effettuati e spedire il tutto all'emittente appena ascoltata. La pazienza veniva ripagata da una risposta sempre gradita e sempre gentile, lettere e piccoli regali ricevuti a suggellare l'inizio di una amicizia che azzerava le distanze geografiche e culturali. 

     E poi l'inondazione delle radio libere, quelle che trasmettono in FM o Modulazione di Frequenza. Ormai non si riesce quasi più a spostare lievemente la manopola della sintonia perchè una stazione (quasi) si sovrappone all'altra! Incredibile, ma questa è ancora e sempre la radio!
    
     Oggi questo mezzo di diffusione dei segnali, delle parole, degli impulsi ha scavalcato le frontiere del nostro pianeta. Grazie all'invenzione della Radio ci arrivano i segnali dalla Luna e da Marte, ci arrivano quelli inviati da una sonda posatasi su un asteroide, ci arrivano -sempre più flebili- quelli lanciatici dalla vecchia e gloriosa Voyager, viaggiatrice solitaria tra le stelle, a miliardi di chilometri dalla Terra, la magia della radio continua a sorprenderci ma io -che non sono più giovane- continuo ad amare quell'ingombrante apparecchio che addobba qualche angolo della mia casa, con quel suo quadrante luminoso e pieno di numeri e nomi di luoghi conosciuti e sconosciuti, con quel misterioso filo che si allunga lungo la parete, ad "acchiappare" qualche segnale ancora percepibile. Un glorioso vecchietto in un tempo moderno!

     Grazie Radio, continua a farmi compagnia!


5 commenti:

  1. Che grande invenzione, la radio! E quanto ancora accompagna le mie giornate! Ricordo che quando ero bambina, la radio in cucina era sempre accesa: rispetto alla televisione riusciva (e non smetterà mai di farlo) a “far danzare” la fantasia facendo immaginare volti e luoghi. Anche questa è la magia della radio! Grazie, Agide, per questo tuo articolo! Emanuela

    RispondiElimina
  2. Immancabile apparecchio! Invecchio con lui.

    RispondiElimina
  3. Io adoro la radio. La prima cosa che faccio quando mi alzo al mattino è mettere sul fuoco la moka e accendere la radio. La radio sottofondo costante delle mie giornate da sempre, colonna sonora dei momenti più belli e di quelli più dolorosi. Antonella

    RispondiElimina

IN MEMORIA DEL 2 AGOSTO 1980