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martedì 23 gennaio 2024

PORTARE IL 2 AGOSTO 1980 TRA I BANCHI DELLA MEDIA "G. RENI", A BOLOGNA

  

     Vicolo Bolognetti è una di quelle stradine della Bologna vecchia, una sorta di budello d'asfalto che parte da metà di via S. Vitale e si insinua in direzione Strada Maggiore, tra edifici, porte, cancelli e finestre che molto spesso celano interni di vera bellezza con giardini, pitture e manufatti di antica data. Quì -se si pensa che ci si trova nel pieno centro di una grande e rumorosa città- si può godere di un silenzio confortevole ma un silenzio che, negli orari del mattino e del mezzogiorno, al numero 10 di questa viuzza si riempie di un vocìo allegro, rimbombante, il chiamarsi di tante ragazze e ragazzi che quì vengono per studiare.

     Già, perchè in vicolo Bolognetti c'è la sede dell'I.C. 16, che ospita la Scuola Media "G. Reni", un plesso scolastico dove questa mattina mi sono recato per portare agli studenti la mia testimonianza sulla giornata del 2 agosto 1980, il giorno della strage alla Stazione di Bologna.

     Non ero solo, insieme a me c'era Rossella Ropa, la docente di storia che nei nostri incontri con i ragazzi delle scuole (alternandosi con la Prof. Cinzia Venturoli) svolge il ruolo più importante, insegna quelle pagine della nostra storia recente che sui libri non sempre c'è e non sempre è considerata nei programmi scolastici. Agli studenti, Rossella insegna cosa fu la stagione del terrorismo che macchiò l'Italia della seconda metà del '900, come nacquero e si svilupparono i tentativi di eversione ed i gruppi terroristici di matrice neofascista che tra gli anni '60 ed '80 tentarono di sovvertire l'indirizzo democratico delle nostre istituzioni. E, nel fare questo, Rossella racconta ai ragazzi come avvennero le più sanguinose stragi che -nella mente deviata di coloro che le pensarono e realizzarono- furono compiute nelle città, nelle piazze, sui treni d'Italia.

     Ed è sulla più sanguinosa di esse -la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980- che noi -Rossella ed io- abbiamo ragionato oggi con gli studenti delle classi 3aB e 3aG. Lo abbiamo fatto inserendoci in mezzo a loro, nelle loro classi, come se anche noi fossimo parte dei loro studi, condividendo lo spazio ed il tempo con loro.

     Rossella -utilizzando un power-point che faceva scorrere le immagini di quello che accadde a Bologna 43 anni fa- ha spiegato molto bene come si sviluppò la "strategia del terrore", come è stato possibile che una banda di terroristi di destra denominatasi "NAR" abbia potuto compiere assassini e stragi, come abbia potuto usufruire dell'aiuto e delle coperture di importanti apparati dello Stato, e come è stato possibile che personaggi ed organizzazioni legate alla Massoneria (la P2) abbiano potuto finanziare ed organizzare complotti con il silenzio se non la complicità di pezzi importanti delle nostre Istituzioni "democratiche". Le sue -di Rossella- sono state due belle lezioni di storia ed io?

     Io ho cercato di portare il mio contributo di persona, di vecchio autista di autobus quel giorno presente in stazione, con la mia testimonianza di uno tra i tanti volontari che aiutarono a reagire ed ancor di più diedero tutto quello che poteva uscire dalle proprie energie per soccorrere e reagire ad un attentato che fu vile come non mai. Ho parlato loro di un autobus della linea 37 che accolse ed accompagnò i poveri resti delle vittime, un gesto tra i tanti gesti di umana solidarietà!  Bologna fu colpita da una violenza inaudita ma seppe reagire e raccontare come ciò avvenne ai ragazzi di questa scuola è stato un mio dovere, civile ed umano. Il loro silenzio, la loro attenzione, le loro domande sono state la dimostrazione che la testimonianza è importante, li aiuta ad "essere presenti" in una giornata dove loro non potevano essere presenti. Raccontare loro che cosa fecero tante persone di ogni rango e di ogni età, così diverse tra loro, mescolate a medici, infermieri, Vigili del Fuoco, a fare mille gesti di grande altruismo per salvare vite e lenire ferite e sofferenze, rispondendo con fermezza ai propositi vili e violenti della teppaglia fascista è stato un momento che ha sempre una grande importanza. Anche quando l'emozione si fa sentire perchè il ricordo di quella giornata si fa forte.



     Quattro ore. E' il tempo che Rossella ed io abbiamo trascorso in classe con i ragazzi della Media "Guido Reni". Ne è valsa la pena. Non solo sono stati presenti ed attenti ma sono stati diversi i momenti in cui si è fatta sentire la loro partecipazione, attraverso le loro domande ma anche considerazioni ed opinioni che stavano a dimostrare il loro interesse per un argomento di studio e di riflessione non facile, seppur stimolante.

     Nel ringraziare le Prof Francesca Infante (della 3aB), Monica Gorrieri e Maria Mazzettone (della 3aG), voglio chiudere dicendo che questo progetto merita di continuare perchè i giovani "ci aspettano" e noi abbiamo quel compito che deve spronarci ad aiutarli affinchè crescano con sani principi e valori giusti: valori e principi che furono il fulcro di una risposta democratica che il 2 agosto 1980 lasciò una impronta indimenticabile nella storia di Bologna. E non solo di essa!

2 commenti:

  1. Sono contenta che anche i ragazzi delle scuole medie possano scoprire, da autentici racconti di chi come te ha vissuto la tragedia, un pezzo di storia che non sempreSui libri. Emanuela

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  2. Grazie Emanuela. Sono giovani ma ti dimostrano interesse ed allora una testimonianza lì può collegare a tempi e fatti a loro fin qui sconosciuti.

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