Una giornata intera lontano da casa è lunga. E' anche un po' monotona, se ti trovi fuori dal tuo habitat naturale e può anche diventare stancante se vengono meno alcuni stimoli che la rendono interessante.
Ma una giornata trascorsa in compagnia di brave persone e di gruppi di ragazze e ragazzi che sanno trasmetterti il loro interesse ad ascoltare quanto hai da dire loro, può trasformarsi in un grande raccoglitore di cose positive che vuoi salvare e portare con te per poi ripensare e riflettere su momenti vissuti, su particolari che non vuoi dimenticare, su sorrisi e parole che ti hanno coinvolto e su atteggiamenti che arricchiscono il tuo percorso e che hanno assunto la forma di invito a continuare in quella cosa che stai facendo ed in cui credi fermamente.
Martedì 29 aprile, due giorni fa, tutto questo si è concretizzato. Non è la prima volta e non penso sarà l'ultima ma è importante portarsi dietro il ricordo di ore utili e spese bene e di persone che rimangono presenti in te anche quando presenti non lo sono più e di loro rimane solo l'immagine fissata nella pellicola della tua mente, il ricordo.
Martedì mattina, insieme a Luca Palestini nella sua funzione di docente/formatore per quel progetto che si chiama "Educare attraverso i luoghi", ho avuto l'incontro con le due classi 5aP e 5aT dell'ITC "G.Salvemini" di Casalecchio di Reno. Cecilia, Stefania ed un'altra loro collega professoressa hanno accompagnato fino a noi - che li aspettavamo accanto a quel muro giallo della Stazione di Bologna che ricorda il luogo dove avvenne l'attentato compiuto dai neofascisti dei Nar - i trentanove future/i esperti di informatica e di turismo che hanno deciso di arricchire il loro bagaglio di conoscenze della storia venendo ad incontrarci.
La storia di quella strage spiegata da Luca ed il ricordo di che cosa avvenne in stazione dalle 10.25 in poi è stato ciò che ho fatto uscire dai miei ricordi di soccorritore tra i soccorritori che - alla guida dell'autobus della linea 37 trasformato in ultimo veicolo che tante vittime accompagnò nel loro ultimo viaggio terreno - si unì alla reazione umana e solidale che una intera città seppe offrire, con le mani e con il cuore.
E nel pomeriggio, arrivato Giovanni Mulargia a rivestire i panni di chi aveva il compito di spiegare la storia della strage, dei colpevoli e di quanti aiutarono, finanziarono, protessero e depistarono indagini e verità dei fatti, ancora io a portare la mia testimonianza ad altre ragazze e ragazzi, studenti delle classi 5aA e 5aB dell'IIS "A.Paradisi" . Ventinove interessatissime ragazze e ragazzi venuti da Vignola di Modena, attenti tutti e tutti coinvolti nell'ascolto di noi che li abbiamo "trasferiti" momentaneamente dentro una storia lontana e drammatica, inspiegabile per le sue tante assurdità e quasi misteriosa per quel continuo riferimento a parole e nomi che si pensa troppo spesso siano un rigurgito della storia di tanti anni fa ma che invece sono ancora attuali e presenti tra di noi. Neofascisti raccontati, attentatori e servizi che tradirono il giuramento di fedeltà alla Costituzione, terrore e sangue in quella strage compiuta in un giorno di festa e di sole e tante, tante vittime che finirono i loro sogni e progetti sotto quella mostruosa montagna di detriti che era l'ala ovest della Stazione Centrale di Bologna. I tre professori che hanno accompagnato gli studenti vignolesi non hanno dovuto fare alcuna fatica perchè tutti i loro studenti sono stati semplicemente splendidi nel seguirci, ascoltarci e poi, al termine dell'incontro, nell'esprimere a Giovanni ed a me la loro convinzione che è stato un incontro non solo utile ma anche carico di quell'emozione che questa storia sempre fa uscire sia in chi la racconta che in quanti l'ascoltano.
Si torna a casa, dopo tante ore trascorse lontano da chi ti aspetta, con tante altre cose da raccontare. Cose che, però, non appartengono più a quel ricordo del 2 agosto 1980 ma a quei gesti di affetto che loro, studentesse e studenti che abbiamo avuto davanti e con cui ci siamo allegramente uniti per qualche ora, ci hanno lasciato e che non si dimenticheranno, mai.
A quelle e quelli del Salvemini e del Paradisi un grazie infinito.
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