Nelle vesti di recensore non mi sento per nulla a mio agio, tuttavia qualche riga di questo blog mi sento di riempirla perchè credo che valga la pena di sostenere l'intento che spinge un giovane a curvarsi sulla tastiera di un computer per dar vita alla sua prima creatura...letteraria: un libro!
Federico Spagnoli è un ragazzo serio e simpatico, amante dello sport ma anche della Storia, che ho avuto occasione di conoscere diversi anni fa. Nella sua scuola di Imola, incontrandolo, mi diede l'opportunità di apprezzare in lui una grande sensibilità ed una determinazione non comune nei giovani che sono ai primi approcci con le superiori. Merito anche dei valori che ti vengono trasmessi quando sei parte di una famiglia in cui il rifiuto della banalità moderna diventa uno stimolo a sviluppare quel senso della giustizia e dell'impegno che aiuta a diventare "persone giuste" in un mondo di ingiustizie. E questo è ciò che vedo in lui, ciò che mi fa credere in lui e nelle sue capacità ed anche nella sua decisione di scrivere questo suo primo libro.
L'ha intitolato "La famiglia Schmidt" ed io ne voglio accennare perchè ha fatto presa su di me in almeno due modi.
L'incursione tra le prime pagine dell'opera di Federico ha stimolato la mia curiosità morbosa e già mi vedevo in corsa verso le pagine successive alla ricerca del movente di un omicidio. Oh, è un giallo, Federico ha scritto un giallo e le premesse sono promettenti: il luogo del ritrovamento del cadavere, i detective, le indagini, i sospetti e la storia della vittima insomma quel che basta per prepararsi a far posto ad un racconto di quelli che "ti tiene lì" un po' con il fiato sospeso.
E poi, la sorpresa (almeno per me) è stata nell'addentrarmi nello scritto di Federico che andava mutando pagina dopo pagina, con garbo e con una originalità tutta sua che ha delicatamente spostato quella mia prima idea del suo libro in una sorta di "ingresso" silenzioso, lento e rispettoso - quasi fossi un invitato - dentro la famiglia Schmidt! Ho cominciato a farne parte, a conoscerne Peter e Arla e poi Helmut e Willard ed ancora Hugo e tutti gli altri. Ed il colore "giallo" che avevo pensato di appioppare al libro si è lentamente trasformato in un rosa incoraggiante, un colore che ho rassomigliato spesso - nel leggere - al colore del sole che tramonta all'orizzonte.
Non so come ci sia riuscito ma Federico mi scusi se penso al suo libro come ad una (quasi) indagine psicoterapeutica di questa famiglia Schmidt tanto è l'accuratezza con cui è riuscito a descriverne le caratteristiche fisiche e caratteriali di ognuno dei suoi componenti. Come se si entrasse in punta di piedi nella vita di ognuno di loro, il lettore viene a conoscenza di ogni più piccolo anfratto del loro essere persone che danno vita ad una storia famigliare ed al contempo individuale e ci si appassiona, si vuole vedere "come va a finire" gustando questo libro pagina dopo pagina, fino alla fine, una fine che mette pace nei sentimenti e che chiude in serenità una storia partita in modo drammatico.
E' un libro che consiglio di leggere. Anche perchè c'è in me la curiosità di vedere come lo interpretano altri lettori e comunque Federico merita quel sostegno che gli viene dall'aver speso al meglio parte di quel suo tempo giovane che di solito trova altri canali di sfogo.
-----------------------------
Federico Spagnoli
"LA FAMIGLIA SCHMIDT"
Editrice Dialoghi
pag. 106 - Euro 14
Nessun commento:
Posta un commento