Ci si ritorna sempre con grande piacere all'Istituto di Istruzione Superiore PierCrescenzi (Pacinotti-Sirani) di Bologna perchè dopo tanti incontri fatti con le studentesse e gli studenti di questa scuola superiore il percorso didattico che da tanti anni viene loro proposto per mettere in memoria, vera e propria materia di studio, quell'arco di tempo che va dagli anni '60 fino agli anni '80 del secolo scorso e che più banalmente viene ricordato come "gli anni di piombo" lascia una traccia importante nella formazione culturale ed anche personale di molti di questi giovani.
CINZIA VENTUROLI, docente di storia, motore inarrestabile di questo percorso di formazione, ne conosce ormai pregi e difetti, è ormai "di casa" tra le mura di questo possente edificio di via Saragozza, ha affiancato ed ha collaborato con decine di professori che quì mettono tutto il loro impegno professionale e quando - anno dopo anno - inizia il periodo di incontri che permette a lei di insegnare la storia del terrorismo e del neofascismo - lei li chiama anche "storia degli anni affollati" - sente che l'interesse rimane vivo, che la partecipazione è vera e che la fatica trova anche la soddisfazione del risultato finale.
Quì - e non solo quì - Cinzia viene a "seminare" una storia particolare: quella della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Un fatto indimenticabile per i Bolognesi ma impossibile da contestualizzare per chi non c'era! E lo sa fare talmente bene che sono sempre di più le classi di 5a di questo Istituto che seguono le sue lezioni. Le lotte operaie, quelle studentesche, il '68, le riforme, i diritti acquisiti, gli spazio di democrazia aperti dalla partecipazione delle persone e poi il ricatto terrorista, le uccisioni, i sequestri, le stragi, i depistaggi, il ruolo criminale di apparati dello Stato e dei Servizi, i personaggi importanti di questa Repubblica coinvolti in fatti che avevano come obiettivo quello di un ritorno ad una epoca e ad un regime sconfitti dalla storia oltreche dalla reazione popolare.
Raccontare la Strage di Bologna è per Cinzia Venturoli un impegno inderogabile. Raccontarlo alle studentesse ed agli studenti è prima ancor che utile, doveroso. Raccontarlo agli studenti del Piercrescenzi si trasforma anche in un momento di coinvolgimento emotivo che aiuta a consolidare rapporti di stima e riconoscimento e ieri tutto questo lo abbiamo percepito ancora una volta, mescolandoci ai ragazzi delle tre classi che abbiamo incontrato nel corso del pomeriggio, futuri geometri e operatori socio-sanitari.
Chi ha la fortuna di "fare lezione" insieme a Cinzia se ne ritorna a casa forse affaticato dal peso del ricordo e della testimonianza lasciata con parole non sempre facili da far uscire dalla propria bocca ma se ne ritorna a casa convinto di come la memoria trasmessa ad altri diventi essenziale per non dimanticare quell'avvenimento lontano nel tempo ma SEMPRE rinchiuso dentro ad ognuno di noi. Ieri ero io con Cinzia e ieri, di tutto questo che sto scrivendo, ne ho avuto la conferma. Il passaggio dalla SUA storia alla nostra, di testimoni, alla MIA storia di autista di un autobus, si trasforma in un trait d'union che rende più facile la comprensione di quel tempo del nostro passato recente. Unire ciò che la storica studia e racconta con il racconto di chi quegli avvenimenti del 2 agosto 1980 li ha vissuti sul posto è la chiave per far comprendere ai giovani che non ci sono solo pagine da imparare studiandole ma anche emozioni da ascoltare e dentro queste ci sono azioni di chi si ribella con semplicità all'ingiustizia e lascia un segno che non può essere dimenticato.
In via Saragozza , varcando quel portone e passando sotto quella lastra su cui è inciso il nome della scuola, sappiamo già che siamo attesi PER QUESTA PAGINA da spiegare come solo una brava docente sa fare e da far uscire nuovamente dalle emozioni di un testimone di quella strage. Sapere di ritornarci dà sollievo e soddisfazione.
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